I primo 40 anni del Liceo Scientifico di Decollatura.

di Giuseppe Musolino.

Nel 2008 ricorreva il 40° anniversario dell’istituzione del Liceo Scientifico Statale di Decollatura. Non era un evento da lasciar passare in silenzio anche perchè coincideva con il 50° anniversario della morte di Don Luigi Costanzo, uomo di cultura e sacerdote decollaturese cui l’istituto è intitolato.

Locandina 40° anniversario del Liceo

Per entrambi i motivi, già da molto tempo prima, mi ero attivato presso il dirigente scolastico in servizio, il prof. Giovanni Martello, per organizzare una manifestazione che ricordasse degnamente entrambi gli avvenimenti.
La prima cosa che ho fatto è stata quella di ricostruire la sequenza degli eventi che portarono all’istituzione del Liceo: i tempi, i protagonisti, gli atti, i testimoni. Fra i testimoni, naturalmente, c’ero io stesso e c’erano i miei compagni, avendo io frequentato il Liceo fin dal secondo anno della sua istituzione.
Furono anni memorabili, naturalmente, collocati intorno al fatidico 1968 quando, sebbene in ritardo rispetto al resto dell’Italia e del mondo, anche da noi giungevano i venti del cambiamento.

La seconda cosa poi è stata quella di rintracciare quanti più personaggi legati alla nascita e alla storia del Liceo fosse possibile. Occorreva recuperare i nominativi e i numeri di telefono, contattarli, verificare la disponibilità per un determinato periodo, e così via. Il contatto più toccante è stato quello con la prima preside del Liceo autonomo, la prof.ssa Roma Foti Bilotta, cui tutti siamo rimasti legati per il rapporto che aveva saputo creare con noi studenti. L’ex preside, pur avendo qualche problema di salute, ugualmente non volle mancare all’appuntamento. Contattai molti docenti, almeno quelli di cui ero riuscito a recuperare il numero di telefono, ex presidi, ex alunni, familari dei personaggi legati alla soria del Liceo e di Don Luigi Costanzo, e poi gli ex alunni fra cui i miei carissimi compagni di classe.

Infine, l’11 novembre 2008, si svolse nei locali della nuova sede del Liceo la tanto attesa manifestazione. Il programma iniziò con il saluto istituzionale di benvenuto da parte del Dirigente Scolastico Prof. Giovanni Martello cui seguirono quelli delle autorità intervenute e cioè S.E. Mons. Luigi Cantafora, Vescovo della Diocesi di Lamezia Terme, il Sindaco di Decollatura,  Arch. Mario Perri, il Vicepresidente della Giunta Regionale prof. Domenico Cersosimo, il Presidente della Comunità Montana dei Monti Reventino, Tiriolo e Mancuso Giacomo Muraca, il Vicepresidente della Giunta Provinciale Maurizio Vento. L’Amministrazione Provinciale di Catanzaro — è doveroso ricordarlo — stanziò un contributo di 1000 € a favore dell’Istituto per affrontare parte delle spese sostenute.
Seguirono due relazioni introduttive, necessarie per tornare indietro di 40 anni e per conoscere i protagonisti di una grande storia.

La prima è stata la mia, dal titolo I primi 40 anni del Liceo Scientifico di Decollatura, accompagnata dalla proiezione sul grande schermo appositamente allestito di fotografie e documenti. Nell’intervento avevo ricostruito le tappe attraverso cui si arrivò all’istituzione della scuola e di coloro che diedero il contributo più rilevante.
Ecco le immagini che ho fatto vedere quel giorno:


E’ seguito poi il contributo dell’amico prof. Alessandro Perri che ha rievocato la figura di Don Luigi Costanzo con una relazione dal titolo Don Luigi Costanzo: l’uomo, il sacerdote, lo studioso. Durante la sua relazione ho proiettato numerose immagini per far conoscere meglio il personaggio ricordato.
Per avere qualche immagine inedita di Don Luigi, della sua casa e delle sua cose, avevo contattato gli attuali proprietari di quella che fu la casa Costanzo — ubicata nel borgo di Adami, frazione di Decollatura — i quali con grande cortesia mi consentirono di scattare le fotografie che si possono vedere nella sequenza che inserisco qui di seguito:

Poi seguirono molti interventi da parte delle autorità presenti, del Vescovo, degli ex dirigenti scolastici, ex docenti, ecc.
Seguì poi la cerimonia della consegna delle bellissime targhe in metallo serigrafato a tutti quelli che hanno contribuito alla nascita e alla crescita del Liceo Luigi Costanzo.

Dal punto di vista personale mi ha molto commosso, come già detto, l’incontro con la prima preside del Liceo, la prof.ssa Roma Foti. Il suo arrivo all’inizio della cerimonia è stato un momento molto particolare per me, i miei compagni di classe e i professori che l’avevano conosciuta: non la vedevamo da oltre 25 anni eppure in un attimo i ricordi si affollarono nella mente e tutti l’abbracciammo affettuosamente.
L’altro momento particolarmente significativo per me è stato quando ho consegnato la targa ricordo ai figli del prof. Attilio Bonacci, ex sindaco di Decollatura, che fu il vero artefice dell’istituzione del Liceo. La sua tenacia nel chiedere al Ministero l’istituzione della scuola — come di vede dai documenti che ho mostrato quel giorno — è durata molto a lungo ma alla fine il sogno si è realizzato. I figli Federico e Francesco, miei amici d’infanzia, si sono anch’essi commossi nel vedere che c’è ancora qualcuno a ricordare i meriti di un sindaco che non c’è più da qualche anno e che troppo presto è stato dimenticato.

Attilio Bonacci, 1979

Attilio Bonacci, 1979

La targa consegnata portava la dicitura:

In ricordo del prof.  Bonacci Attilio, “già Sindaco di Decollatura e promotore dell’istituzione del Liceo”

Le targhe sono state poi consegnate a tutti gli ex dirigenti scolastici presenti che hanno prestato servizio nel Liceo.

Altri riconoscimenti sono andati alle Amministrazioni che in un raro esempio di sinergia hanno contribuito alla costruzione della nuova sede del Liceo in Via Stazione.
In particolare alla Povincia di Catanzaro che ha stanziato la somma necessaria per la costruzione, al Comune di Decollatura che ha acquistato e messo a disposizione l’area di circa due ettari e alla Comunità Montana che ha stanziato la somma necessaria per la progettazione sono andate le targhe con la motivazione

Per il fondamentale contributo all’istituzione del Liceo  e alla costruzione della nuova sede

E’ seguita poi quella consegnata ai rappresentanti della famiglia di Don Luigi Costanzo in occasione del 50°  anniversario della sua scomparsa avvenuta nella sua casa natale di Adami in Decollatura il 23 luglio 1958.

Targhe speciali sono andate, tra gli altri, a Costanzo Beatrice,  “Prima diplomata del Liceo Scientifico“, a Eugenio Vescio, “Competenza e impegno al servizio della Scuola”, al prof. Giuseppe  Musolino  per la relazione “I primi 40 anni del Liceo Scientifico di Decollatura” e al prof.  Alessandro Perri per la relazione “Don Luigi Costanzo: l’uomo, il sacerdote, lo studioso”.

Targa

La manifestazione è andata ancora avanti con la consegna di riconoscimenti a quanti hanno contribuito in vario modo alla crescita dell’Istituto e, poi, un momento tutto dedicato agli ex studenti del Liceo, che in definitiva sono il vero patrimonio della storia di una scuola.
L’idea mi era venuta dall’iniziativa che si era tenuta l’anno prima presso l’Università della Calabria di Cosenza, la consegna delle Lauree d’Argento della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali ai laureati da più di 25 anni. La stessa cosa ho organizzato per i diplomati del Liceo che avevano conseguito il diploma da più di 25 anni e quindi entro il 1983.
Un attestato “speciale” è stato consegnato da S.E. il Vescovo Cantafora alla signora Rina Volpe e al marito Pino Tramonti come prima coppia di studenti del Liceo uniti in matrimonio.

Diploma d'Argento del Liceo

Per poter preparare per tempo gli attestati avevo attivato una casella di posta elettronica ove gli interessati potevano preannunciare la propria presenza e, in aggiunta, si era attivato il “passaparola”.
Le adesioni sono state numerose, tenuto anche conto degli impegni di lavoro e di quelli familiari, e così quel giorno tanti ex compagni di classe si sono ritrovati.
Baci, abbracci, saluti con i ritrovati ex insegnanti ed ex presidi. Molti si sono dati appuntamento per il pranzo prenotato per la fine della manifestazione.

Qui ho raccolto un po’ di fotografie della giornata. Chi c’era potrà ricordare l’evento e gli altri avranno testimonianza di come si è svolto il tutto.

Dopo la manifestazione, ci siamo ritrovati in tanti, per lo più appartenenti alle tre prime classi costituite nel Liceo, al ristorante Cardel che per l’occasione aveva preparato un menù speciale (che allego…).

Menu

Bellissima conclusione, con tanti “Ti ricordi?” e la promessa di ritrovarsi. Quando?
Se non prima, dico io, nel… 2018 per festeggiare i 50 anni del Liceo e assegnare i diplomi d’Argento ai diplomati entro il 1993.


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Il quesito di gennaio 2013 (533), intitolato  «Il venerabilissimo Eudoxyz» è così formulato:

Disegnare un pentagono concentrico con un cerchio di raggio dato in modo che i cinque rettangoli uguali aventi come uno dei lati il lato del pentagono e per l’altro lato il segmento perpendicolare al precedente e delimitato dalla circonferenza data, abbiano area massima.

La soluzione che ho proposto è la seguente:

Il pentagono che produrrà i cinque rettangoli di area massima è quello che ha come lato quello che avrebbe il decagono (regolare) inscritto in quella stessa circonferenza. Vale a dire che il suo lato sarà uguale alla sezione aurea del raggio del cerchio.

Ecco il disegno che rappresenta tutte le figure geometriche coinvolte:

cerchio e pentagono

La dimostrazione completa è disponibile in questo pdf (cliccare sull’immagine che segue):

pdf

Da questo link si apre una nuova pagina html in cui è attiva l’applet di GeoGebra per vedere cosa succede quando si modifica la dimensione del pentagono interno.

Da quest’altro invece si apre una pagina simile alla precedente ma che contiene anche le misure dei segmenti e delle superfici. Inoltre, da un’apposita casella, si può inserire il valore del raggio del cerchio in cui è inscritto il pentagono richiesto per vedere il risultato.

Infine ecco le animazioni delle generalizzazioni: la prima per il triangolo/esagono (non interattiva) e la seconda per il caso del quadrato/ottagono (interattiva).

Questo è il link per la cartella zippata che contiene quattro file ggb per Geogebra che generano le figure che ho mostrato.

Ecco il link alla pagina del sito di Le Scienze che contiene il problema, le soluzioni e il blog:

Rudi

GENERALIZZAZIONE DEL PROBLEMA

La proprietà sopra enunciata per il pentagono può essere generalizzata per tutti i poligoni nel seguente modo:

 l’area massima dei rettangoli costruiti sui lati  di un poligono regolare con n lati concentrico con un cerchio di raggio r, si ha quando il lato del poligono ha lunghezza pari a quello di 2n lati inscritto nel cerchio dato.

 Come conseguenza, ad esempio, il triangolo equilatero concentrico con il cerchio di raggio 1 per il quale i rettangoli costruiti sui lati hanno area massima, è il triangolo avente come lato quello dell’esagono regolare inscritto nel cerchio che, com’è noto, ha lunghezza 1.

triangolo-esagono

La stessa cosa accade con il quadrato, per il quale i rettangoli hanno l’area massima quando il lato su cui sono costruiti hanno lunghezza pari a quella dell’ottagono regolare  inscritto nella circonferenza. Se questa ha raggio 1 il valore del lato è 0,765366:

quadrato-ottagono

 

GENERALIZZAZIONE FINALE.

 

A questo punto, faccio la considerazione finale. Il lettore mi segua pazientemente.

Applichiamo la proprietà precedente — cioè la generalizzazione — in senso inverso. Si potrebbe enunciare così:

Il lato di un poligono regolare inscritto in una circonferenza di numero pari di lati (poniamo 2n) è uguale alla lunghezza dei lati di un poligono regolare di metà numero di lati e concentrico con il precedente, per il quale sia massima l’area dei rettangoli costruiti sui suoi n lati e delimitati dalla circonferenza.

Fin qui niente di strano. L’esagono produrrebbe un triangolo per il quale abbiamo già visto valere la proprietà, il dodecagono produrrebbe un esagono più piccolo e… e così via.
Proviamo però a considerare il quadrato come poligono di partenza, cioè quello con numero 2n di lati. Dal quadrato dovremmo ottenere un poligono con metà numero di lati e per il quale dovrebbe valere la stessa proprietà. Questo “poligono” avrebbe però… due lati!
Certo, lo sappiamo, è un poligono che non può esistere. Non c’è la fatidica spezzata che dovrebbe racchiudere una porzione di piano, ecc… .

Ma ammettiamo — per amore di ragionamento, si capisce — di concedere lo status di poligono a questo strano oggetto.

Potremmo anche farcene una ragione, immaginando di rimpicciolire sempre più il terzo lato di un triangolo (equilatero) fino a farlo sparire completamente, portando i vertici a diventare due, come quando si chiude un compasso. Non si può essere obbligati a dire che si ottiene un singolo segmento, potendo benissimo essere visto come due segmenti sovrapposti che, pur se costretti a occupare la stessa “sottile” posizione, sono pur sempre due segmenti distinti.
Uno va da A a B e l’altro va da B ad A. In fondo è lo stesso concetto dei due punti coincidenti che si adopera per definire la tangenza di retta e curva.

Ma torniamo al nostro aspirante poligono. Se fosse davvero tale dovrebbe condividere con gli altri la proprietà generalizzata che ho enunciato.
Per verificarlo usiamo lo stesso procedimento che si usa per passare dall’esagono (ad esempio) al triangolo. Cioè, prendendo il poligono con 2n lati – nel nostro caso il quadrato inscritto nella circonferenza – tracciamo le perpendicolari ai lati che sappiamo già essere i lati dei rettangoli e dei quali ci manca solo l’altezza.
I punti che saranno gli estremi dei lati del “poligono” piccolo li otteniamo dall’intersezione delle perpendicolari dei lati non consecutivi del quadrato (come d’altronde si deve fare per l’esagono).
Ora però accade che i lati non consecutivi del quadrato sono quelli che si trovano l’uno di fronte all’altro e le perpendicolari sono  coincidenti. Questo significa che il punto di intersezione non è determinato potendo essere uno qualunque, anzi tutti, i punti appartenenti agli altri due lati con il vincolo però della simmetria rispetto al centro. Prendiamo allora uno qualunque dei punti e, con la simmetria di cui sopra, anche il secondo.
Si ottiene la figura che segue in cui G e H sono i punti di cui si parla. I due rettangoli verdi, che al solito sono quelli richiesti dal problema, hanno area massima quando G e H corrispondono rispettivamente a M e N. In tale situazione la somma delle aree dei rettangoli uguagliano quella dell’intero quadrato originario e i “lati” del poligono sono uguali al lato del quadrato. Ecco la figura che si ottiene (da questo link si va all’animazione con GeoGebra):

 

poligono-2-lati

Il “poligono” con due lati, avrà superato il test per essere ammesso nel novero di questa nobile famiglia che di norma accetta solo membri con almeno tre lati?
Per essere chiuso in effetti il “poligono” è chiuso; la porzione di piano delimitata è definita, anche se è zero, che è pur sempre un signor numero. Inoltre, secondo la definizione, deve essere definito convesso poiché tutti i punti del segmento che congiunge due qualsiasi suoi punti appartengono al “poligono”.

Ai posteri l’ardua sentenza!

 Post Post Scriptum.

Con il quadrato, poligono con 4 lati, si chiude la possibilità di tentare a ritroso la scoperta di nuovi poligoni. Al triangolo manca la condizione necessaria e cioè quella di avere un numero pari di lati… altrimenti…

Post Post Post Scriptum

Ma allora perché non provare anche con il “poligono” a due lati per vedere se riesce a generarne uno con un lato. In fondo si parte da un numero pari di lati e quindi la cosa sarebbe fattibile.

Io però declino l’incarico!


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Informo gli appassionati di meteorologia che è finalmente online il sito dell’Osservatorio Meteorologico del Liceo Scientifico «Luigi Costanzo» di Decollatura di cui ho avuto l’incarico della gestione da parte della Dirigente Scolastica dott.ssa Patrizia Costanzo.

Davis e webcam

L’attrezzatura di rilevamento dei dati è la Davis Vantage Pro 2, un marchio che garantisce qualità e accuratezza dei dati. La centralina acquisisce i seguenti dati:

  • temperatura
  • umidità
  • pressione atmosferica
  • velocità e direzione del vento
  • intensità della radiazione solare
  • intensità della componente UV (ultravioletto) della radiazione solare
  • intensità pioggia

Di tutte queste grandezze vengono memorizzati e mostrati i valori massimi, minimi e medi riassunti per mese e per anno.
Insieme alla stazione meteo è online anche una webcam Mobotix M24 che acquisisce e trasmette una nuova immagine ogni 5 minuti.
La gestione del software da cui dipende la qualità e la fruibilità dei dati è oggetto di studio ed è naturalmente in via di miglioramento. Anche per la webcam a breve sarà attivato un nuovo posizionamento che punterà sul Monte Reventino in modo da avere uno dei panorami più belli di Decollatura visibile sul sito.
Pertanto chiedo ai visitatori di avere un po’ di pazienza in attesa di vedere il sito più aggiornato e più bello.

Il sito che ospiterà i dati della stazione meteo e della webcam è un dominio di terzo livello di quello principale dell’Istituto Costanzo di cui il Liceo fa parte ed è gestito da me in maniera indipendente dal sito principale.

L’indirizzo è: http://meteo.costanzoscuole.it

Prof. Giuseppe Musolino

 

 


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«Un nuovo contributo sulla figura di Pasquale Celli e l’inedito suo fotoritratto», in “Storicittà”, Anno XXI, n. 202 (giugno 2012), pp. 20-22.

Nel fascicolo n. 201 di Storicittà avevo letto un articolo sull’illustre personaggio Pasquale Celli, notando con sorpresa che non era presente alcun suo ritratto. Conoscendo la meticolosità del direttore Iannicelli e le sue immense fonti iconografiche, ho capito che non gli era stato possibile in alcun modo reperire una fotografia o un dipinto che ci restituisse le sembianze di Celli altrimenti lo avremmo trovato certamente nell’articolo. E allora ho pensato che sarebbe stata gradita ai lettori la condivisione che ho deciso di fare di un ritratto — l’unico esistente, devo supporre — di Pasquale Celli. Come spiego nell’articolo, il ritratto era un omaggio a uno zio di Michele Pane, il sacerdote Don Antonio Pane, che si era adoperato per fare omaggio al prof. Celli della Corona di Cavaliere d’Italia, che aveva diritto di portare per concessione del Re.

[book id='21' /]

Per la curiosità dei lettori aggiungo le pagine del libro di Giovanni Papanti pubblicato in occasione del 500° anniversario della nascita di Giovanni Boccaccio in cui si contano 700 versioni di una novella (la IX della I Giornata) del Decamerone, tradotte in altrettante parlate dialettali italiane. Per brevità ho inserito soltanto le pagine che si riferiscono ad autori calabresi, fra cui Pasquale Celli che è l’autore della versione nel dialetto di San Pietro Apostolo, suo paese natale:

[book id='22' /]


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Giuseppe Musolino, Michele Pane. La vita, Decollatura, 2011, pagine 288, 17×24 cm, ISBN 979-12-200-2079-4.

E’ stato pubblicato nel mese di agosto 2011 il mio volume dedicato alla biografia di Michele Pane (1876-1953), poeta nato a Decollatura (CZ) e morto negli Stati Uniti dove era emigrato fin da giovane.

Il lavoro di ricerca mi ha impegnato per diversi anni e si è basato sulla consultazione di archivi pubblici e privati, incluso quello della figlia Libertà. Per la prima volta sono state reperite le prima edizioni di alcune sue opere, le lettere, fotografie, articoli di giornale e tantissimi altri documenti che mi hanno permesso di ricostruire l’intera vicenda umana e culturale del più grande poeta calabrese.

Michele Pane. La vita

Il volume "Michele Pane. La vita" di Giuseppe Musolino

 

Presentazione Decollatura

Presentazione del volume "Michele Pane. La vita" nella Sala Consiliare del Comune di Decollatura, 13 agosto 2011

 

La biografia procede quasi con la forma di un romanzo, se non fosse che tutte le vicende raccontate sono vere e, alcune, drammaticamente vere.

 

Logo del sito www.michelepane.it

Logo del sito www.michelepane.it

Si ricostruisce il quadro familiare, popolato di illustri personaggi come lo zio filosofo Francesco Fiorentino, la collocazione della famiglia dei Pane nell’Adami (questo è il nome del borgo di Decollatura in cui nacque) di fine ‘800, il suo percorso formativo, il suo scontro con il potere dei “pesci grassi” o “leccapiatti” contro cui sempre coerentemente si collocò, il suo matrimonio e la nascita dei figli e, soprattuto, il suo rapporto conflittuale con l’America. Questo è il punto chiave della sua vicenda, cioè l’attrazione fatale verso il continente delle opportunità che però mai fu generoso con lui. Al contrario gli riservò amarezze e delusioni, superate forse solo da quelle che ricevette dalla patria altrettanto avara nei suoi confronti. Nel volume sono ricostruiti e documentati tutti i momenti della sua vita di poeta e di uomo che cerca di trovare la strada per la sua sopravvivenza in diverse città americane e in diversi contesti socio-economici. La biografia offre anche uno spaccato della vita degli emigrati italiani, il loro mondo, i loro sogni, i luoghi in cui si è consumata una delle esperienze più importanti per l’intero popolo del Sud.
Fanno parte del volume anche l’albero genealogico del poeta — utile per districarsi tra le complesse relazioni parentali citate nel testo — e trenta pagine di fotografie a colori, quasi tutte inedite.

Come integrazione e supporto al contenuto del volume ho pubblicato un sito web all’indirizzo  http://www.michelepane.it/ in cui sono presenti contenuti multimediali e articoli sulla biografia di Michele Pane e su tutto ciò che riguarda il suo mondo. Sullo stesso sito all’indirizzo http://www.michelepane.it/?cat=133 si può consultare una raccolta di recensioni sul volume e anche le immagini delle manifestazioni in cui è stato presentato al pubblico.
All’indirizzo http://www.michelepane.it/?page_id=127 è presente una pagina con le indicazioni sulle librerie presso cui è possibile trovare il volume.

Questa è la sintesi del contenuto inserita nella IV di copertina del volume:

 Michele Pane (Decollatura 1876 – Chicago 1953) trascorse la prima parte della sua vita in Calabria.

Concorsero alla sua formazione tanto una natura possente e primitiva  quanto una società articolata in retaggi arcaici e conservatori che si scontravano con gli esiti del Risorgimento, in un territorio segnato dalle possenti figure di Francesco Stocco e Francesco Fiorentino (suo zio materno), nonché di tanti altri personaggi, ignorati dai libri ma delle cui gambe la Storia si è servita per camminare.

Emigra in America sulla spinta di forze misteriose alla ricerca di un’affermazione che per vari motivi — tutti raccontati nel libro — non avrà mai una completa realizzazione.

Gli scrisse l’amico Zuppone-Strani: «E Lei, così, negli Stati Uniti? Non c’era posto al sole, non acqua alle nostre sorgive, non pane per Michele Pane nella sua patria?»

È questo l’interrogativo principale che viene affrontato in questa originale biografia, la prima scritta su Michele Pane a quasi sessant’anni dalla sua scomparsa, insieme a tutti gli altri come e perché di una vicenda intricatissima: gli studi, le prime opere, la denuncia e i processi, l’emigrazione, la fama conquistata, i rapporti con gli esponenti della cultura e del potere del suo tempo, i problemi economici, la vita familiare, la morte e le commemorazioni.

Tutto è affrontato con l’aiuto di documentazione tanto sorprendente quanto inedita, inclusa un’ampia raccolta di fotografie e immagini, quasi tutte pubblicate per la prima volta, che restituiscono un personaggio per molti versi sconosciuto.


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Il Problema di Luglio 2008 (n. 479) – Dadi alla carbonara

Rudy propone ad Alice tre possibili giochi diversi, tutti basati sul lancio di tre dadi a 20 facce. Nel primo gioco, Rudy lancia due dadi, Alice lancia il terzo, e vince solo se il valore del suo dado è strettamente compreso tra i valori dei due dadi di Rudy. Nel secondo gioco, Rudy lancia due dadi, Alice ne sceglie uno dei due come proprio, e poi Rudy lancia il terzo per completare il gioco: le regole di vittoria per Alice sono le medesime del primo gioco. Infine, nel terzo gioco, Alice ha ancora un’opzione in più: dopo che Rudy ha lanciato i suoi primi due dadi, oltre a poter scegliere uno dei due come suo, Alice può anche decidere di lasciarli entrambi all’avversario e prendersi il terzo, quello che deve ancora essere lanciato. Quello che bisogna capire è se almeno uno dei tre giochi è favorevole ad Alice oppure no.


Qui potete trovare la mia soluzione
che gli autori definiscono con queste parole «Una soluzione particolarmente bella ed estesa è arrivata da parte di Giuseppe Musolino: proprio per la sua estensione e per evitare di ridurla, cosa che sarebbe stata blasfema, la abbiamo riportata QUI. Secondo noi, si merita una lettura». Inutile aggiungere che la maggiore gratificazione viene da quei “blasfema” e “particolarmente bella“!

Clicca sull’immagine per andare alla pagina del sito di Le Scienze dedicata a questo problema e al blog dei solutori:

 

Le Scienze


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Sul numero 205 di Storicittà da pochi giorni in edicola è stato pubblicato il mio articolo dal titolo «Ci ha lasciati la maestra e direttrice decollaturese Maria Carolina Molinaro».

La “Direttrice”, come tutti la chiamavamo, è scomparsa lo scorso 4 luglio 2012, alla soglia del compimento del secolo di vita.
L’articolo ripropone, arricchito di immagini, il testo che ho letto in occasione del trigesimo, durante la cerimonia di commemorazione tenutasi nella chiesa di Maria SS. Addolorata di Decollatura e alla quale sono intervenuti, oltre che amici e parenti, anche molti insegnanti in servizio e in pensione e il Sindaco di Decollatura, dott.ssa Anna Maria Cardamone.

 

 

Su Maria Carolina Molinaro ritornerò quanto prima per pubblicare altre fotografie e documenti.


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In una splendida giornata di sole si è svolta oggi la prima Maratona Fai a Decollatura (CZ), come annunciato da questo sito in un precedente articolo.

L’adesione è stata massiccia, avendo raggiunto oltre le 400 presenze in tutta la giornata.

Maratona Fai

Anche il Prefetto di Catanzaro S. E. Antonio Reppucci, socio Fai da molto tempo, ha voluto essere presente e ha voluto percorrere, insieme al Sindaco Anna Maria Cardamone, tutte le tappe.

Maratona Fai

 

 

Maratona Fai

 

Maratona Fai

 

Questo è il servizio trasmesso dal TG Regionale alle 19,30 di oggi:

[flv width=”480″ height=”360″]https://www.giuseppemusolino.it/wp-content/uploads/2012/10/TGR21ottobre2012.flv[/flv]

Ecco l’album fotografico dell’evento (fotografie di Alessia Musolino):

 

[book id=’20’ /]

 

Da questa pagina ringrazio gli amministratori comunali, tutti i componenti delle associazioni: Pro-Loco, Parco Letterario-Storico-Paesaggistico di Adami, Comitato Passaggieri, Protezione Civile, Croce Rossa Italiana di Decollatura e gli amici volontari che hanno presidiato le 11 postazioni e il tavolo delle iscrizioni per aver reso possibile la riuscita della manifestazione.

Un sentito ringraziamento al sig. Gianfranco Butera per aver consentito la visita al Bosco Le Querce e alla famiglia Stocco per l’ospitalità e l’esposizione dei cimeli del Generale Francesco Stocco.

Giuseppe Musolino.


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Le iscrizioni alla maratona si potranno effettuare online sul sito www.fondoambiente.it, presso le Delegazioni FAI in tutta Italia e alla partenza della Maratona che per Decollatura è ubicata in Piazza G. Perri.

 

FAIMARATHON

Quote di iscrizione:

Singolo: € 6,00

Singolo (socio Fai): € 5,00

Coppia o famiglia (padre e figlio, madre e figlio, fratelli, ecc.): € 10,00

Coppia o famiglia (soci FAI): € 8,00

Coloro che effettuano l’iscrizione al FAI contestualmente all’iscrizione alla Maratona vi parteciperanno gratuitamente

 

A tutti i partecipanti verrà distribuito un kit che comprende uno zainetto, una pettorina, l’itinerario della maratona, una cartolina per segnare le tappe effettuate, un biglietto d’ingresso omaggio in uno dei beni del FAI e un adesivo a sostegno della campagna “Ricordati di salvare l’Italia”.

Dopo l’effettuazione dell’iscrizione, ogni partecipante potrà liberamente scegliere quali mete (tappe) raggiungere nell’ordine che desidera.

L’itinerario indicato nella pagina principale presenta una sequenza consigliata delle 11 tappe che non è obbligatorio seguire. Anche gli spostamenti tra una tappa e l’altra che vengono indicati “con autobus” si riferiscono a quei gruppi che giungono a Decollatura con un mezzo di trasporto collettivo da loro noleggiato. Chi arriva in automobile potrà organizzarsi per andare da una tappa all’altra con il suo mezzo. In ogni caso, le tappe sono abbastanza vicine da poter essere percorse a piedi dai più volenterosi (consultare la tabella delle distanze e le mappe pubblicate sulla nostra pagina iniziale sulla FAIMARATHON di Decollatura a questo link).

In tutte le tappe i partecipanti troveranno un tavolo dell’organizzazione presso cui presentarsi, muniti della pettorina arancione consegnata alla partenza. Esibendo la tessera della maratona si avrà diritto ad un bollino che attesta la presenza alla tappa, ad una scheda illustrativa del bene monumentale con le notizie essenziali che lo riguardano. In quelle più importanti ci sarà un volontario incaricato di una descrizione più dettagliata del monumento/paesaggio.

Tutti coloro che completeranno il percorso, cioè avranno 11 bollini sulla tessera, riceveranno il foulard arancione, simbolo dell’impegno a favore del patrimonio culturale del nostro Paese e del sostegno alle attività della Fondazione.

La maratona si conclude con l’undicesima tappa posta presso il Complesso monumentale “Palazzo Stocco” ubicato in Adami (frazione di Decollatura).

Coloro che lo desiderano potranno partecipare al pranzo sociale previsto per le ore 14,00 circa presso il ristorante convenzionato Hotel Cardel sito nel Villaggio Gesariello di Decollatura. Il costo a carico del partecipante è di euro 18,00. La prenotazione per il pranzo potrà avvenire contestualmente all’iscrizione in Piazza G. Perri ove un incaricato del ristorante riscuoterà l’importo previsto, rilascando un buono che darà diritto all’accesso nella sala prenzo del locale. In questo modo si eviteranno perdite di tempo per il resto, cambio monete, ecc.
La partecipazione al pranzo potrà essere prenotata comunque anche direttamente all’ingresso del locale.

Questo è l’annuncio dell’evento sul TG Regione del 20 ottobre 2012 alle ore 19,30:

[flv width=”400″ height=”300″]https://www.giuseppemusolino.it/wp-content/uploads/2012/10/Filmatofaiannunciosabato.flv[/flv]


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Domenica 21 ottobre 2012: in 70 città italiane si svolgerà la manifestazione FAI Marathon.

Quest’anno, fra le 70 città italiane e le uniche due calabresi, ci sarà anche Decollatura (vedi la pagina dedicata alle modalità di partecipazione), grazie alla collaborazione tra l’Amministrazione Comunale, la Pro-Loco e le Associazioni.

Conferenza stampa di presentazione presso la Provincia di Catanzaro

Conferenza stampa di presentazione presso la Provincia di Catanzaro

E’ un’occasione unica per visitare il centro storico, il Museo Civico, le Chiese, il Parco Comunale e tanti altri beni ambientali e monumentali.

Ecco come viene descritta nel sito FAI la manifestazione nazionale:

FAIMARATHON

Domenica 21 ottobre 2012 non perdere la FAIMARATHON, l’unica maratona che si corre con gli occhi promossa dal FAI – Fondo AmbienteItaliano e Il Gioco del Lotto.

Per partecipare alla FAIMARATHON non serve essere sportivi ma è necessario avere la voglia di lasciarsi sorprendere dalle bellezze della nostra Italia: la FAIMARATHON è una maratona culturale, un percorso tra strade, piazze e monumenti di 70 città italiane, nato per mettere in luce la bellezza che non siamo abituati a osservare: quella dei luoghi in cui viviamo.

Fra le numerose tappe della maratona si potranno ammirare anche alcuni monumenti restaurati grazie a Il Gioco del Lotto.

Se ti iscrivi alla FAIMARATHON contribuirai a tutelare l’Italia più bella: quella dell’arte, del paesaggio e della natura. Io LOTTO per un’Italia più bella. Tu che FAI? Partecipa al sondaggio promosso da Il Gioco del Lotto!

Dal 28 settembre 2012 su Fondoambiente.it, scoprirai nuovi dettagli sui punti di partenza, gli orari e molte curiosità sugli itinerari… Le maratone si terranno anche in caso di condizioni meteo avverse. Verifica sul sito prima della partenza che non ci siano stati cambiamenti o variazioni di programma dovuti a cause di forza maggiore.

Il Comune di Decollatura, insieme alla ProLoco e alle Associazioni, hanno organizzato la manifestazione, una delle due in Calabria.

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La maratona di Decollatura si articola in 11 tappe che ho avuto l’incarico di pianificare. La scelta non è stata facile poichè c’è da tenere conto non solo di un certo equilibrio tra beni naturalistici e monumentali ma anche della lunghezza dei percorsi considerando la struttura urbana dell’abitato.

Ecco il percorso che si seguirà nella MARATONA FAI di Decollatura:

  1. PIAZZA G. PERRI. Ore 10,30. Ritrovo partecipanti, iscrizione e partenza.
  2. 1^ tappa: “Museo della nostra Terra”, Via XXIV Maggio. Sosta per visita guidata museo. Visita centro storico di Casenove.
  3. 2^ tappa: Chiesa S. Maria Assunta (Sec. XVIII), Via V. Veneto
  4. A piedi raggiungere il Parco Comunale, ingresso da Via Marconi
  5. 3^ tappa: Bosco Le Querce (prop. privata visitabile dall’esterno), Via G. Marconi
  6. 4^ tappa: Parco Comunale, Via Marconi. Dalla partenza sono stati percorsi 1,2 km
  7. Con l’autobus dal parcheggio del Parco: Via Marconi verso Casenove; scendere all’imbocco di Via Licciardo;  (lunghezza trasferimento autobus: 0,9 km).

Dopo scesi, a piedi imboccare Via Scesa Licciardo;

  1. 5^ tappa: “Fontana Licciardo” con lavatoio, Via Scesa Licciardo.
  2. Tornare indietro e proseguire per Via Licciardo, indirizzandosi verso Praticello.
  3.  6^ tappa: Centro storico Praticello. Visita parte bassa Praticello, fontana Caronte, Piazza Verdi, parte alta Praticello. Percorsi altri 0,850 km.
  4. Attraversare la parte alta di Praticello, quindi raggiungere Piazza della Vittoria. Proseguire per Passaggio. Percorsi altri: 0,750 km
  5. 7^ tappa: Passaggio: centro storico, fontana vecchia e lavatoio, Via G. D’Annunzio.
  6. Imboccare Via Cancello e proseguire fino alla chiesa
  7. 8^ tappa: Chiesa San Bernardo (Sec. XVII), Ex Seminario Vescovile, Ex Palazzo Vescovile, Via Cancello. Percorsi altri 0,500 km
  8. Ritorno in Piazza della Vittoria. Si sale sull’autobus messo a disposizione dal Comune (percorsi altri 0,500 km) e ci si dirige verso Adami. Scendere in Via Michele Pane (lunghezza percorso in autobus altri 3,400 km)
  9. 9^ tappa: Centro storico di Adami e casa natale di Michele Pane.
  10. 10^ tappa: Visita alla “Mostra documentaria del Parco Letterario, Storico e Paesaggistico di Adami”,
  11. 11^ tappa: “Complesso monumentale Palazzo Stocco”, Via Stocco (percorsi altri 0,800 km)
  12. Conclusione e pranzo.

Totale da percorrere a piedi: 4,600 km

Totale percorso in autobus:  4,300 km

I dettagli sulle distanze tra le varie tappe sono riassunti in questa tabella:

Tappa partenza

tappa arrivo

partenza

arrivo

lunghezza tappa

km

lunghezza totale percorso km

1-4

Piazza Perri

Parco Comunale

1,200

1,200

4-5

 

Parco Comunale

 

Via V. Veneto

(in autobus)

0,900

2,100

5-6

 

Via Veneto

(Via Licciardo)

Piazza Verdi

0,850

2,950

6-7

Piazza Verdi

Via D’Annunzio

0,750

3,700

7-8

 

Via D’Annunzio

 

Via Cancello

(Chiesa S. Bernardo)

0,500

4,200

8-8

 

Via Cancello

(Chiesa S. Bernardo)

 

Piazza della Vittoria

0,500

4,700

8-9

 

Piazza della Vittoria

 

Adami

(in autobus)

3,400

8,100

9-10-11

Adami Chiesa

Palazzo Stocco

0,800

8,900

Ecco adesso le schede dettagliate delle singole tappe:

  • 1^ tappa: “Museo della nostra Terra”

Museo della civiltà contadina e non solo. Istituito dal Comune nel 1998, raccoglie testimonianze del mondo rurale e della vita quotidiana del territorio. Gli oggetti custoditi sono in parte di proprietà comunale e in parte di privati che li hanno affidati al museo per l’esposizione e la valorizzazione. Fra i pezzi più importanti ci sono le macine e accessori di un mulino ad acqua, un carro per buoi, pietre per la trebbiatura del grano, un torchio in legno, aratri, telai e accessori per la filatura e la tessitura, utensileria da cucina, vasi e cesti tradizionali. Di particolare interesse — perché ormai introvabili — i banchi in legno della scuola elementare risalenti al 1930. Ingresso gratuito.

  • 2^ tappa: Visita centro storico Casenove e Chiesa S. Maria Assunta (Sec. XVIII).

Il centro storico del borgo Casenove, uno dei tanti centri in cui si articola l’abitato di Decollatura, si sviluppò nel Settecento intorno alla chiesa dedicata a S. Maria Assunta. Le case sono strette intorno alla chiesa e sono generalmente composte da un magazzino a piano terra che una volta ospitava la stalla per gli animali di cui ogni famiglia era fornita: il maiale, l’asino, la capra. L’abitazione vera e propria si trovava al primo piano e la cucina era nel sottotetto con il focolare senza cappa che lasciava uscire il fumo dalle fessure tra le tegole. Alle travi della cucina-sottotetto si appendevano le provviste di salumi e panieri con la provvista di pane cotto nel forno anch’esso ospitato nel sottotetto.

La Chiesa, costruita intorno al 1750, ha tre navate e un’ampia scalinata, ospita quadri di Zimatore e Grillo e statue lignee tra cui quella di S. Maria Assunta, patrona del Comune.

Per la visita all’interno occorre attendere la fine della celebrazione della S. Messa (intorno alle ore 11,30).

  • 3^ tappa: Bosco Le Querce (prop. privata visitabile anche all’interno grazie alla speciale autorizzazione dei proprietari)

È una proprietà privata in cui si trovano alcuni tra gli alberi più grandi del circondario e non solo. Si tratta di querce secolari poste sul confine esterno e nel viale di accesso alla residenza dei proprietari. Il loro frutto è stato da sempre utilizzato per l’alimentazione degli animali alla cui qualità contribuiva in modo determinante.

  • 4^ tappa: Parco Comunale.

Il Parco Comunale fu istituito negli anni ‘80 del Novecento nel luogo in cui si trovava la prima discarica comunale di Decollatura. Con l’espansione dell’abitato non era più possibile continuare nell’utilizzo precedente e pertanto, contemporaneamente allo spostamento della discarica in altro luogo, si decise la bonifica del territorio e l’impianto di numerose specie di piante ornamentali, conservando – dove possibile – anche alcune piante autoctone. Il luogo è dotato di acqua potabile, bagni per il pubblico, campi da tennis. D’estate, a cura della ProLoco, si svolgono attività di animazione.

  • 5^ tappa: “Fontana Licciardo”.

Questa fontana viene inserita nel percorso non tanto per qualche sua particolarità, quanto perché testimonianza – come tutte quelle presenti nelle vicinanze degli altri nuclei abitativi del comune ­– del modo scelto dagli antichi abitanti per il soddisfacimento delle necessità quotidiane. Innanzitutto, nei pressi dell’abitato, ci doveva essere sempre una fontana per attingere l’acqua potabile, portata in casa con barili in legno o vozze di terracotta. L’acqua veniva cercata scavando una galleria orizzontale nella roccia fino a quando non si trovava la vena di portata adeguata ai bisogni. Poi si costruiva la parte esterna con il canale cui si accostava il recipiente da riempire. Alla base della fontana veniva ricavata una piccola vasca da cui un canale convogliava l’acqua in una vasca molto grande, anzi talvolta in due. La prima serviva per farvi abbeverare gli animali prima di andare o al ritorno dal lavoro dei campi, e la seconda per lavare i panni, almeno quelli di utilizzo più frequente. Per i panni più grandi – coperte, lenzuola, ecc. – si andava al fiume in luoghi prestabiliti. A valle della fontana si trovano campi coltivati a grano oppure ortaggi e i proprietari hanno il diritto di utilizzo dell’acqua per l’irrigazione, secondo turni prestabiliti. Tutte queste fontane pubbliche, che avevano fornito l’acqua potabile per secoli, furono abbandonate all’inizio del Novecento quando, con grosse opere idrauliche, tutti i centri abitati vennero dotati delle tradizionali fontane in ghisa. Con la loro diffusione, tutte le fontane con il loro carico di secoli di servizio, assunsero la denominazione di “fontana vecchia”.

  • 6^ tappa: Centro storico Praticello. Visita parte alta Praticello e ritorno a Piazza Verdi; fontana Caronte.

Praticello, uno dei centri abitati di Decollatura, attestato come toponimo fin dal 1500, si articola in due nuclei che avevano come punto focale PiazzaVerdi che ospitava fino alla fine del Novecento un secolare olmo – uno dei quattro presenti in Decollatura – che era stato piantato come “Albero della Libertà” ai tempi della Repubblica Partenopea del 1799. Il collegamento con Casenove avveniva fino alla fine dell’’800 con una strada posta a valle, nei pressi del fiume, ma quando fu tracciata la nuova strada, che tra l’altro richiese l’abbattimento di un fabbricato, il centro si percorre perpendicolarmente all’allineamento delle case. Nei pressi si trova la sorgente Caronte, dal nome evocativo di antiche credenze. Il centro abitato di Praticello subì un contenimento della sua espansione a causa del cimitero che fu costruito al suo confine.

  • 7^ tappa: Passaggio. Centro storico, fontana vecchia e lavatoio.

 Il quartiere Passaggio è così chiamato perché fino al’Ottocento vi si trovava il confine delle provincie di Calabria Citra e Calabria Ultra (cioè le attuali Cosenza e Catanzaro) e quindi era il luogo in cui si riscuoteva la tassa di pedaggio. Il centro storico è formato da case che si affacciano su vicoli (vinelle), alcuni anche piuttosto lunghi. Sede, probabilmente, della prima sede del Municipio all’inizio dell’Ottocento, diede anche i natali a Giuseppe Scalzo, il personaggio che guidò la separazione amministrativa dei villaggi che oggi costituiscono Decollatura dall’Università (così si chiamavano allora i comuni) di Motta S. Lucia. La fontana vecchia e il lavatoio erano luoghi dove necessariamente si passava per attingere l’acqua per gli usi domestici e per lavare i panni.

Sulle pendici del Monte Reventino che danno verso Passaggio, secondo una leggenda che non trova però consenso unanime fra gli studiosi, si sarebbe svolta la sanguinosa battaglia tra Pirro e i Mamertini del 275 a. C.

  • 8^ tappa: Chiesa San Bernardo (Sec. XVII), Ex Seminario Vescovile, Ex Palazzo Vescovile.

La chiesa fu costruita intorno al 1670 dal Vescovo di Martirano per favorire la residenza stabile dei coloni nel territorio montano. La dedica a S. Bernardo Abate è dovuta alla presenza dei monaci cistercensi di Corazzo che avevano diffuso il culto del Santo nel territorio. La chiesa è il più grande edificio sacro dell’intero comprensorio. Di particolare pregio è l’intonaco esterno dell’edificio eseguito nel cosiddetto “rapillo”. Il portale è in pietra verde con decorazioni in pietra calcarea con motivi floreali. All’interno, pregevoli statue lignee e dipinti a olio di Zimatore e Grillo.

Davanti a questa chiesa si sono svolte le assemblee della popolazione per prendere decisioni prima dell’istituzione dei Consigli Comunali.

Nei pressi della chiesa si trovano due imponenti edifici edificati dal vescovo di Martirano nel corso del 1600. Uno è la palazzina del vescovo con torre di guardia – oggi parzialmente conservata – e l’altro, sempre un palazzo del vescovo, successivamente adibito a Seminario estivo della Diocesi di Nicastro.

  • 9^ tappa: Centro storico di Adami e casa natale di Michele Pane.

Adami è un centro abitato da sempre particolarmente attivo in campo culturale e sociale. La parte bassa dell’abitato intorno alla strada nazionale, fu popolata principalmente dai lavoratori richiamati dalla possibilità di occupazione offerta dalle attività agricole nelle proprietà della famiglia Stocco. La chiesa, eretta intorno al 1730 e intitolata alla Madonna del Monte Carmelo, si trova nella parte alta dell’abitato. Al suo interno un’acquasantiera in marmo bianco di bellissima fattura proveniente dall’Abbazia di Corazzo, statue della Madonna e di San Raffaele. Nei pressi della chiesa si trova la casa natale del poeta Michele Pane (1876-1953), emigrato giovanissimo in America, autore di struggenti poesie esaltanti sentimenti, nostalgia ma anche critica sociale nei confronti degli uomini ingiusti e corrotti. Il poeta, nipote del filosofo Francesco Fiorentino (1834-1884), visse la sua infanzia tra Sambiase (città di origine della madre) e Decollatura, circondato da familiari imbevuti di ideali risorgimentali e che perciò avevano vissuto anche episodi significativi. La sua opera poetica vernacolare, per lo più composta quando era in America, è una delle più apprezzate della Calabria. Nei pressi si trova anche la casa natale di Luigi Costanzo (1886-1958), sacerdote, scrittore, insegnante.

  • 10^ tappa: Visita alla “Mostra documentaria del Parco Letterario, Storico e Paesaggistico di Adami”.

 Nel cuore di Adami è stata allestita una mostra permanente a cura del Parco Letterario, Storico e Paesaggistico di Adami, un’associazione che, come dice il nome, ha assunto l’impegno di valorizzare tutte le risorse del territorio, sia quelle culturali, sia quelle naturali e paesaggistiche. In effetti Adami offre una rara occasione di unire, in “un miglio quadrato” un concentrato di personaggi, fatti storici, ambientazioni di opere poetiche che è difficile riscontrare altrove. L’edificio che ospita la mostra è l’antica sede dell’ufficio postale di Adami e vi abitava la sorella Marianna del poeta Pane. L’interno dell’edificio conserva la tipica ambientazione delle case prima dell’avvento delle moderne tecniche costruttive e conserva tutto il fascino della muratura in pietra e ampio uso del legno. Sono esposti, oltre a oggetti della vita quotidiana, oggetti e documenti riguardanti la vita di Michele Pane.

  • 11^ tappa: “Complesso monumentale Palazzo Stocco”

 Il complesso monumentale è formato dalla casa natale e palazzo di famiglia del generale garibaldino Francesco Stocco e dalla Chiesa annessa. Il complesso, recentemente dichiarato di “interesse particolarmente rilevante” da parte della Soprintendenza della Calabria, è stato testimone del fiorire della Famiglia Stocco, “Patrizi cosentini”, documentata a partire dal 1300. In questo palazzo nacque nel 1806 il futuro generale garibaldino Francesco Stocco, destinato a diventare un eroe del Risorgimento Italiano. Stocco, che era stato battezzato dal futuro Re Francesco II, con la sua partecipazione ai fatti del 1848 e poi, imbarcandosi da Quarto insieme ai Mille di cui fu comandante della Terza Compagnia, partecipò a tutta l’epopea del 1860. Proprio nella pianura su cui si affaccia la sua casa in cui ­– come afferma Dumas – riposò Garibaldi, avvenne la storica resa dei 10000 soldati borbonici del 30 agosto 1860. All’interno sono conservati cimeli e documenti riguardanti la storia della famiglia e, in particolare, il Generale.

La Chiesa, dedicata al culto di S. Antonio Abate, fu eretta intorno al 1550 e fu uno dei primi presidi di culto in una zona che proprio in quegli anni andava popolandosi per l’arrivo di numerosi coloni. Al suo interno ospita dipinti a olio con soggetto sacro (purtroppo danneggiati dalle infiltrazioni di pioggia) e lapidi a ricordo dei principali componenti della famiglia. La campana in bronzo riporta  l’anno 1575 e il nome di “Francesco IV Stocco” consentendo una datazione certa, confermata anche da una bolla pontificia del 1577 di Papa Gregorio XIII (attualmente in restauro insieme al Registro dei Battezzati del 1693). Nel pavimento si trova una lastra tombale in pietra che porta incisa la data del 1679. Attualmente l’archivio documentario è in fase di ricognizione e riordino da parte di esperti della Soprintendenza calabrese.

Nelle seguenti mappe di Google sono segnati i percorsi consigliati per spostarsi da una tappa all’altra. Naturalmente ogni partecipante può scegliere di utilizzare altri percorsi in quanto lo scopo della maratona è quello di visitare i monumenti/beni artistici mentre lo spostamento da un luogo e l’altro è libero. La nostra indicazione però tiene conto della comodità del parcheggio delle automobili e della bellezza del percorso scelto.
In questa prima cartina A è il luogo dell’iscrizione/inizio; B è la tappa n. 1; C è la tappa n. 2; D è la tappa n. 3; E è la tappa n. 4:


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In questa mappa si riparte dalla A che adesso è la tappa n. 4; poi seguono la tappa n. 5 indicata dalla lettera B e la tappa n. 6 indicata dalla lettera C.
Il percorso dalla tappa 5 (Fontana Licciardo) alla tappa 6 (Praticello) è un suggestivo sentiero che costeggia il fiume. Chi vuole può evitarlo recandosi alla tappa 6 seguendo la strada normale:


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Nella mappa seguente si passa dalla tappa 6 indicata dalla lettera A, alla 7 indicata dalla lettera B, alla 8 indicata dalla lettera C (Chiesa di San Bernardo). Da qui occorre trasferisrsi nella frazione Adami dove ci saranno le successive tappe. La distanza è di circa 3,400 km non impossibile da fare a piedi ma si consiglia di effettuare lo spostamento con un mezzo di trasporto (autobus, per coloro che sono arrivati con questo mezzo, oppure in automobile)


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Quella che segue è la mappa che guida nello spostamento verso la frazione Adami. Con la lettera A è indicato il punto sulla SS 109 in cui si deve fermare l’eventuale autobus, mentre poi occorre proseguire a piedi fino al centro storico (lettera B) ove si può giungere anche in automobile seguendo lo stesso percorso. Nei pressi della lettera B si trovano le tappe 9 e 10. Da qui, seguendo una strada leggermente diversa, si scende fino a giungere all’ultima tappa, la numero 11, presso il Palazzo Stocco, indicata dalla lettera C.
Da qui si può raggiungere il ristorante Cardel, indicato con la lettera D, per il pranzo:


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Qui di seguito sono forniti i link ad alcune pagine di questo sito in cui sono riportate alcune mie pubblicazioni sul territorio, utili per chi volesse avere maggiori informazioni sul territorio.

Cominciamo dalla Guida turistica edita dall’Amministrazione Comunale di Decollatura nell’anno 2000 pe la quale ho curato il testo e le fotografie:

[book id=’15’ /]

Poi consiglio di sfogliare un album di cartoline che, in 100 immagini,  ripercorre almeno 100 anni di storia del paesaggio urbano decollaturese:

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Per maggiori informazioni sul Generale Francesco Stocco e sulla famiglia, si può sfogliare la pubblicazione «Decollatura ricorda i suoi Patrioti» edita a cura dell’Amministrazione Comunale di Decollatura nel corso dei festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia nell’agosto 2011:

[book id=’19’ /]

Su Michele Pane, le sue opere e la sua biografia ho aperto un sito dedicato esclusivamente al grande Poeta decollaturese dove si possono trovare notie, immagini e opere commentate all’indirizzo:

www.michelepane.it

Altre notizie sul territorio ho pubblicato in altre occasioni, quasi tutte riportate in altre pagine di questo sito che invito a “esplorare”.


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Si è svolta ieri pomeriggio 13 ottobre 2012 la presentazione della «1a Carta Archeologica del territorio del Comune di Decollatura».

La manifestazione, come annunciato, ha visto la presenza delle maggiori autorità scientifiche regionali che hanno illustrato al numeroso e qualificato pubblico intervenuto le risultanze di molti anni di ricerche.

Ha introdotto la discussione il prof. Giuseppe Musolino che ha spiegato il lungo percorso delle ricerche sul territorio e le novità che in questa occasione vengono presentate al pubblico.

 

 

I relatori: Rubettino, Spadea, Vivacqua, Cardamone, De Sensi, Musolino, Gaglianese

I relatori: Rubettino, Spadea, Vivacqua, Cardamone, De Sensi, Musolino, Gaglianese

 

All’apertura degli interventi hanno porto il loro saluto il Sindaco di Decollatura dott.ssa Anna Maria Cardamone e l’editore dott. Florindo Rubettino.

Il Sindaco ha sottolineato l’importanza che l’Amministrazione annette alle attività culturali che contribuiscono alla costruzione dell’identità del territorio su cui si sta molto lavorando, a tutti i livelli.

Il dott. Rubettino — la cui casa editrice ha sostenuto l’iniziativa pubblicando il volume che contiene i risultati dell’indagine archeologica — ha evidenziato la valenza del lavoro pubblicato e l’importanza delle scoperte.

Il Dott. Roberto Spadea, funzionario archeologo della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, ha sottolineato l’importanza delle pubblicazioni in quanto testimonianza del lavoro fatto e mezzi di conservazione e circolazione delle conoscenze. Ha evidenziato anche l’importanza che la scoperta di una frequentazione antica del territorio interno calabrese assume anche per decodificare il ruolo e la struttura economica delle città costiere.

L’ipotesi etimologica del toponimo “Decollatura” da quello dell’Abbazia dei Santi Quaranta Martiri è stata affrontata dalla prof.ssa Giovanna De Sensi Sestito nricordando il suo celebre quanto importante lavoro “Tra l’Amato e il Savuto”. L’ipotesi di lavoro proposta da Ginevra Gaglianense è quella che il toponimo sia da collegare con il culto dei Santi Quaranta Martiri cui è dedicata un’abbazia posta nei pressi della stazione termale di caronte (Lamezia Terme). La prof.ssa De Sensi ritiene plausibile ques’ipotesi che lei a suo tempo aveva cautamente ipotizzato in mancanza — allora — di risultanze archeologiche.

Poi le archeologhe Ginevra Gaglianense e Paola Vivacqua hanno svolto le loro relazioni scientifiche entrando nei dettagli delle scoperte effettuate, parlando delle ceramiche e della loro datazione e provenienza. Di rilievo sono apparsi i ritrovamenti del frammento di ossidiana, di una ceramica a vernice nera, di sigillata africana, che lascinao intuire una frequentazione ininterrotta della località Muraglie dal IV se. a. C. fino a oggi.

Infine il prof. Musolino ha svolto alcune considerazioni sull’importanza della pietra coppellata in loc. Santa Filomena che presenta caratteristiche sovrapponibili a quelle di tutto l’arco alpino e, persino, con la rosa camuna, simbolo della Regione Lombardia.

Roberto Spadea, Paola Vivacqua e Anna Maria Cardamone

Roberto Spadea, Paola Vivacqua e Anna Maria Cardamone

 

Prof.ssa Giovanna De Sensi e Giuseppe Musolino

Giovanna De Sensi, Giuseppe Musolino e Ginevra Gaglianese


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Il prossimo Sabato 13 ottobre 2012 presso la Sala Consiliare del Comune di Decollatura, alle ore 17,30, si terrà la Presentazione della 1a Carta Archeologica del Territorio di Decollatura.

Alla manifestazione parteciperanno il Sindaco di Decollatura Anna Maria Cardamone, l’editore Florindo Rubettino che ha curato la pubblicazione dell’opera, Roberto Spadea funzionario archeologo della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, Giovanna De Sensi Sestito Direttore del Dipartimento di Storia dell’Università della Calabria, Ginevra Gaglianese archeologo collaboratore della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria e Paola Vivacqua archeologo collaboratore della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria.

Moderatore sarà Giuseppe Musolino, professore presso il Liceo scientifico “L. Costanzo di Decollatura”.

La cittadinanza è invitata a partecipare.

Invito

 

Si tratta di un evento rilevante per la storia del nostro territorio in quanto — per la prima volta — vengono mostrati i risultati di un’indagine durata molti anni e che finalmente consentono di aprire una nuova era nella ricerca archeologica locale, capace però di aprire nuove prospettive per l’intero territorio regionale.

Locandina

Sulla pubblicazione è stato pubblicato un articolo raggiungibile a questo link.

 

 

 

 


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Ginevra Gaglianese, Giuseppe Musolino, Paola Vivacqua, 1a carta archeologica del territorio di Decollatura, Soveria Mannelli, CittàCalabriaEdizioni, 2012, € 4,90.

Lo scorso mese di giugno 2012 è stato pubblicato da CittàCalabriaEdizioni del gruppo Rubbettino di Soveria Mannelli il volume intitolato «1a carta archeologica del territorio di Decollatura. Indagine preliminare di archeologia di superficie». Gli autori sono Ginevra Gaglianese, Giuseppe Musolino, Paola Vivacqua.

 

1a Carta archeologica del territorio di Decollatura

1a Carta archeologica del territorio di Decollatura

Dalla quarta di copertina:

• Ginevra Gaglianese •

Storica e archeologa freelance, collabora dal 2004 con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria. Tra i suoi lavori più significativi si ricordano le prime ricerche archeologiche nel Convento Domenicano di Soriano Calabro e lo scavo urbano di P.zza Luigi Razza in Vibo Valentia.

• Giuseppe Musolino •

Fisico. Insegna matematica e fisica nel Liceo Scientifico di Decollatura. E’ da sempre impegnato nello studio e promozione della cultura del territorio di Decollatura

• Paola Vivacqua •

Archeologa. Ha conseguito il titolo di dottorato nel 2011 presso l’Università degli Studi di Siena. Collabora dal 2006 con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria. Ha partecipato a missioni archeologiche in Italia e in Grecia, in collaborazione con l’Università degli Studi di Siena. Si interessa di ceramica romana e tardo antica, in particolare di anfore.

Il volume, con illustrazioni, carta del territorio e la prefazione del dott. Roberto Spadea, funzionario archeologo della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, presenta i primi risultati di un’indagine di superficie condotta nel territorio decollaturese in molti anni di ipotesi, sopralluoghi, fotografie, studio delle fonti, e così via.

Tutto iniziò nel settembre del 1982 quando, in località Muraglie di Decollatura, il ritrovamento occasionale di una tomba da parte di un contadino intento all’aratura di un suo terreno, produsse interesse per la ricerca archeologica nel nostro territorio.
La Soprintendenza, chiamata a esaminare i pochi resti osservabili nel luogo del ritrovamento, concluse che si poteva trattare al massimo di una sepoltura medievale e quindi poco significativa. Fu disposto l’interramento del sito dopo averlo ricoperto con una guaina bituminosa.

Io in quell’occasione non mi trovavo a Decollatura poichè da poco tempo mi ero trasferito a Milano. Tuttavia venni a conoscenza dell’evento e successivamente visionai alcune fotografie riprese sul luogo del ritrovamento. Raccontarono che vennero ritrovati insieme a pietre e frammenti di ossa anche alcuni cocci, un campanellino di ferro arrugginito, pezzi di calce, e poco altro. In ogni caso il parere della Soprintendenza non lasciava speranze di sviluppi ulteriori. Si trattò per quelli di noi che aspettavano di sapere finalmente la verità sulle origini e sulla storia del territorio di una delusione, di un’occasione mancata, della consapevolezza che si sarebbe dovuto aspettare chissà quanto per avere qualche novità di rilievo, posto che il sito notoriamente più interessante, Muraglie, non aveva svelato niente di interessante.
Il materiale fu raccolto in una scatola per scarpe e portata nella biblioteca comunale che allora aveva sede nell’ex scuola elementare in Piazza della Vittoria. Lì rimase nell’oblio per oltre 15 anni.
Nell’estate del 1998, all’epoca della mia attività di amministratore comunale, progettai e realizzai l’istituzione di un museo comunale che avesse lo scopo di raccogliere e valorizzare il patrimonio culturale del territorio. Oltre a tanti oggetti della civiltà contadina, pensai che quella fosse la sede giusta per ospitare il contenuto di quella scatola che da tanti anni riposava indisturbata nella biblioteca di S. Bernardo. Il trasferimento dei reperti non avvenne senza qualche “resistenza” ma alla fine si realizzò e per un paio d’anni poterono essere osservati in un armadio a vetrina posto nell’atrio, come si vede in questa immagine inserita nella pubblicazione “Decollatura” edita dalla Comunità Montana dei Monti Reventino, Tiriolo e Mancuso nel 2001:

I "cocci" nella vetrina del Museo della Nostra Terra nel 2001

I "cocci" nella vetrina del Museo della Nostra Terra nel 2001

L’interesse sui resti veniva dal fatto di essere stati trovati in una zona da sempre sotto l’attenzione degli studiosi per avere quel nome così particolare (Muraglie, ma di che cosa? forse di ossa? o di che altro?) e essere stata individuata da più fonti come luogo dell’epica battaglia tra Pirro e i Mamertini del 275 a. C. Ma la questione è stata sempre controversa, avendo raccolto forse tante opinioni a favore quante contrarie da parte degli studiosi che si sono occupati della materia.
La svolta si ebbe poco tempo dopo, intorno al 1999, quando Ginevra Gaglianese che già studiava archeologia, venendo a visitare il museo, vide quella vetrinetta e quei pochi resti in ordine sparso. Sul momento non diede loro molta importanza anche perchè per lo più erano visibilmente di origine recente. Il campanellino su cui tanto si era fantasticato era un sonaglio per animali caduto in quel luogo in epoca recente, così come la sbarretta di ferro era forse la gamba di un treppiede da focolare buttato lì come rifiuto. Ma poco tempo dopo tornò con i pennelli per lavare sotto l’acqua corrente alcuni specifici cocci che avevano attirato la sua attenzione.
Ebbene, dopo essere stati semplicemente lavati con acqua si poteva facilmente notare che erano frammenti di un oggetto di fattura molto particolare, diversi da tutti gli altri.

Ma anche allora i tempi non erano maturi per fare il salto, anche perchè, malauguratamente, venne tolta la possibilità di studiare i fatidici cocci, stante la chiusura del museo intervenuta dopo poco tempo.
Nel frattempo io, Ginevra, le sue colleghe archeologhe, Antonio Pulerà, Claudio Marasco e, occasionalmente, altre persone, continuavamo a esplorare il territorio.

Facendo un salto di molti, troppi, anni, arriviamo a 2011 quando, in seguito al rinnovamento degli organi amministrativi comunali intervenuto per libere elezioni, si dispone la riapertura del museo civico che conservava ancora il nome di Museo della Nostra Terra.
A questo punto, ritrovati i cocci, è stato possibile farli esaminare agli specialisti di ceramiche che hanno confermato il valore archeologico della brocchetta ben riconoscibile anche nella foto precedente (quella parzialmente ricostruita e dall’impasto più chiaro).

Infine, la pubblicazione del volumetto oggetto del presente articolo, che riassume i risultati raggiunti e indica quanto ancora resta da fare.

COPYRIGHT © 2012 GIUSEPPE MUSOLINO


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Sabato 25 agosto, nei locali della Scuola Primaria di Casenove è stata presentata al pubblico la terza edizione (si tratta della ristampa della seconda edizione del 1979) del volume «Grammatichetta italiana in versi» pubblicata per la prima volta da Felice Costanzo nel 1949.

L’idea della ristampa era venuta a Lina Volpe e Vittoria Butera, a loro volta ex insegnanti, che ne hanno potuto apprezzare le qualità pedagogiche e stilistiche quando avevano avuto lo scorso anno tra le mani una copia della seconda edizione del 1979. Sabato finalmente è stato possibile vedere realizzata l’idea che si presenta sotto la forma di un bel volumetto di 94 pagine (Edizioni “Città del Sole”) con la copertina dei quaderni di una volta, forse come quelli che avevano gli scolari del maestro Felice.

Grammatichetta italiana in versi 3^ edizione-ristampa

Grammatichetta italiana in versi 3^ edizione-ristampa

Anche la sede scelta per la manifestazione, il glorioso edificio scolastico di Piazza G. Perri, che era stato inaugurato nell’ottobre del 1930, non è stata casuale. Oltre all’ambientazione “scolastica” di una manifestazione che in qualche modo è voluta anche essere un omaggio alla scuola, gli organizzatori hanno voluto salutare il glorioso “Scolastico” − come tutti lo chiamiamo − che dal prossimo primo settembre non accoglierà più bambini e scolari poichè, per una più razionale utilizzazione dei locali scolastici comunali, da quella data le scuole elementari saranno ubicate nell’edificio della Scuola Media poco distante. La presentazione della “Grammatichetta”, tra banchi, sedie , cartelloni attaccati ai muri è stata quindi l’ultima occasione per parlare di regole grammaticali tra quelle ottuagenarie mura. L’edificio, stanco per l’età, si riposerà per un po’ ma aspettiamo tutti la sua rinascita a nuova vita, auspicandone una sua integrale destinazione ai bisogni culturali della Città di Decollatura.

Alle 18,00 è iniziata la manifestazione, coordinata da Lina Volpe, che ha visto all’inizio il saluto del Sindaco di Decollatura, dott.ssa anna Maria Cardamone, che si è detta compiaciuta per le molte inziative culturali e del clima di collaborazione che si respira in tutte le manifestazioni organizzate nell’ambito del nostro territorio. Molte altre, ha detto, sono in cantiere, come merita una città come quella da lei guidata.

Lina Volpe, Vittoria Butera, Anna Maria Cardamone, Giuseppe Musolino

Lina Volpe, Vittoria Butera, Anna Maria Cardamone, Giuseppe Musolino

 

E’ seguito l’intervento di Lina Volpe che ha raccontato della genesi e della motivazione che l’ha spinta a promuovere questa ristampa. Ecco il testo del suo intervento:


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Sabato 25 agosto 2012, alle ore 18,00,

nei locali della scuola Elementare di Piazza G. Perri di Decollatura, sarà presentata la ristampa del volume «Grammatichetta italiana … in versi» pubblicato da Felice Costanzo per la prima volta nel 1949 .

Durante la manifestazione sarà ricordata la figura e l’opera dell’Autore, nipote di Michele Pane, scomparso nel 1986.

Interverranno: il Sindaco di Decollatura, dott.ssa Anna Maria Cardamone, Lina Volpe e Vittoria Butera, promotrici dell’iniziativa, Giuseppe Musolino che illustrerà la biografia di Felice Costanzo. Saranno inoltre presenti Rachele e Grazia, figlie dell’Autore.

Locandina


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Nel 2002 a Serrastretta (CZ) fu organizzata una manifestazione (la prima del genere nel territorio del Reventino) che aveva come obiettivo la valorizzazione delle varietà tradizionali di frutti. Tutti paesi hanno il loro tipico patrimonio di varietà selezionate con pazienza da generazioni di agricoltori, varietà adatte alle condizioni climatiche specifiche del luogo e, soprattutto, che hanno passato il vaglio di generazioni e generazioni di uomini e donne che ne hanno messo alla prova la resistenza al freddo e al caldo, l’abbondanza e la qualità dei frutti, la serbevolezza, e così via. A partire dal secondo dopoguerra, sulla scia della modernizzazione e dell’omologazione al gusto prevalente “imposto” dai mezzi di comunicazione, le antiche varietà hanno rischiato la totale estinzione. Le piante di meli tradizionali nel nostro territorio furono eliminate e sostituite con la più moderna “Golden Delicious”, la classica mela gialla, che, beninteso, è una mela dall’ottimo sapore e che piace a tutti, ma richiede tecniche colturali ben diverse da quelle a cui si era abituati. E poi, al di là della facilità di coltivazione o meno, perchè rinunciare ad una vasta gamma di sapori che una volta erano presenti sulle tavole (ahimè, non sempre in quantità adeguate!)?

Se poi si approfondisce il discorso ci si acorge che c’è di mezzo un altro problema, forse ancora più grave. Si tratta del problema della variabilità genetica fortemente ridimensionata dal fatto che in tutto il mondo, si sta diffondendo l’utilizzo delle stesse cultivar (cioè delle varietà coltivate), magari utilizzando semi ibridi prodotti dalle multinazionali del settore. Il rischio è che se dovesse fare la comparsa una malattia specifica di questa varietà, non ci sarebbero le altre tra le quali scoprirne qualcuna resistente.

Questa premessa era necessaria per comprendere il mio interesse per l’argomento non appena ebbi notizia di ciò che si stava organizzando.
Fui invitato a intervenire portando un contributo sulle varietà di piante da frutto presenti nel territorio di Decollatura e sulle tradizioni collegate anche utilizzando la proiezione di immagini. Il mio intervento fu incluso tra gli “Interventi programmati” che seguirono le relazioni di importanti studiosi come dall’invito qui visibile:

Programma della manifestazione

Programma della manifestazione

Quelle che potete sfogliare qui di seguito sono le immagini che accompagnavano la mia relazione, mostrate al numeroso pubblico intervenuto alla manifestazione del 16 novembre:

Insieme al convegno fu organizzata un’interessante Mostra Pomologica cui parteciparono espositori provenienti da molti centri calabresi.
C’era anche la possibilità di esporre dei frutti comunicandolo all’organizzazione e portando gli esemplari per tempo. In questo modo si otteneva la nomina a “Custode” di quella particolare varietà. Io consegnai alcune mele della varietà conosciuta col nome “Cudicinutu”, non tanto apprezzata perchè pittosto dura e non molto succosa ma che però si conserva a lungo. Si tratta di una varietà a reale rischio estinzione!

Attestato

Attestato

Anche dopo la mostra-convegno del 2002 ho continuato a raccogliere immagini in occasione delle successive manifestazioni sul tema svoltesi a Serrastretta e Decollatura. Nel book sfogliabile che segue ne ho raccolto una buona selezione insieme anche ad alcune fotografie riguardanti alberi e frutti prese in campagna:

Aggiornamento, 28 dicembre 2012.

Sul sito dell’Arpacal ho trovato un’interessante pubblicazione dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) sul patrimonio genetico delle specie frutticole e viticole della Calabria e del Trentino-Alto Adige. Cliccare sull’immagine per visualizzare il pdf:

Frutti dimenticati


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Il 24 maggio 2012 presso la Biblioteca Comunale di Lamezia Terme, all’interno della manifestazione “Il Maggio dei Libri”, si è svolta la presentazione del libro “Michele Pane. La vita” di Giuseppe Musolino.
A curare la realizzazione di tutti gli eventi che si sono succeduti per più di un mese nella sede del Palazzo Nicotera che ospita la Biblioteca è stata la dott.ssa Claudia Brunetti, funzionaria del Comune di Lamezia Terme, coadiuvata dal personale che lavora presso la stessa struttura.

Locandina Il Maggio dei Libri

Locandina Il Maggio dei Libri

A conversare con l’autore Giuseppe Musolino è stata la prof.ssa Giovanna De Sensi Sestito, docente di Storia Greca presso l’Unical e titolare di altri incarichi accademici, autrice di numerose pubblicazioni di storia antica tra cui il fondamentale «Tra l’Amato e il Savuto» del 1999.

Giovanna De Sensi Sestito

Giovanna De Sensi Sestito

 Un folto pubblico ha seguito con interesse la conversazione che, dopo la relazione della prof.ssa De Sensi, è continuata con l’intervento del prof. Musolino il quale si è avvalso della proiezione di numerose e inedite fotografie e documenti. Fra gli intervenuti il Sindaco di Decollatura, dott.ssa Anna Maria Cardamone, amici e colleghi del prof. Musolino e molte altre persone che seguono gli avvenimenti culturali del territorio.
Particolarmente gradita è stata la presenza del sig. Vincenzo Scalise, figlio di Felicia, una delle sorelle di Michele Pane. Il sig. Scalise, accompagnato dalla moglie e dalla figlia, nonostante qualche problema di salute legato anche all’età, non ha voluto mancare all’appuntamento con la rievocazione dell’illustre zio, di cui ha ancora vivo il ricordo di quando lo conobbe nel 1938-39 in occasione del suo rientro in Italia per le nozze della figlia Libertà.

I filmati che seguono sulla manifestazione sono stati realizzati con le riprese dello staff di City One.

Questo è l’intervento della prof.ssa Giovanna De Sensi Sestito:

[flv]https://www.giuseppemusolino.it/wp-content/uploads/2012/06/Maggiodeilibriparte1.flv[/flv]

e questo è quello del prof. Giuseppe Musolino:

[flv]https://www.giuseppemusolino.it/wp-content/uploads/2012/06/Maggiodeilibriparte2.flv[/flv]

Ecco le foto della manifestazione scattate da Corrado Musolino, Maria Greco e Olga Scicchitano:

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Lo scorso 20 aprile 2012 si è svolto nel Palazzetto dello Sport di Decollatura un pubblico tra l’Amministrazione Comunale, il gruppo di progetto incaricato della redazione del Piano Strutturale Comunale (PSC) e i cittadini. La partecipazione era stata sollecitata anche con un manifesto e quindi non ho mancato di prendere parte all’incontro.

Avviso PSC Decollatura

Durante la fase degli interventi del pubblico, ho svolto un intervento in cui, partendo da una ricostruzione storica dei principali passaggi attraverso cui si è costruita l’identità decollaturese, sono giunto all’individuazione di alcune delle priprità di cui auspico si possa tenere cont nella redazione dell’importante strumento di sviluppo del paese.

Ecco qui di seguito il testo di cui nell’intervento, per motivi di brevità, avevo esposto solo le parti essenziali:

Oggetto: Contributo al dibattito sul PSC

 Il momento in cui ci troviamo, con riferimento alla redazione del PSC, è uno dei più importanti della secolare storia di Decollatura. Le ragioni su cui poggia quest’affermazione costituiscono l’oggetto della presente memoria che viene indirizzata a coloro che hanno, insieme agli organi democratici preposti all’approvazione del Piano, la responsabilità di compiere le scelte più adeguate alle sfide del futuro.

Per poter prendere le migliori decisioni su come indirizzare lo sviluppo del paese non si può prescindere dal riflettere su alcune questioni di carattere storico che ripercorrono le fasi attraverso cui è avvenuta la costruzione del paese.

  1. All’inizio, per un periodo lunghissimo, sorgono gruppi isolati di abitazioni rudimentali e temporanee. L’ubicazione avviene nelle alture e nei pressi dei campi da coltivare. Fondamentale anche la presenza di sorgenti, scavate dall’uomo.
  2. I singoli caseggiati in cui si erano sistemati i primi gruppi familiari, si ingrandiscono e acquisiscono la configurazione di villaggi. Passati alle costruzioni, almeno parzialmente in muratura, alcune “cascine” non sortiscono sviluppo ulteriore, altre vedono la crescita con altre costruzioni attaccate alle precedenti, e così via.
  3. Con la crescita dei villaggi sparsi si rende necessaria la costruzione di una specifica identità di zona (Cerrisi, Adami, Casenove, ecc.). Il ruolo di centro viene assunto dal villaggio che aveva avuto le maggiori opportunità di sviluppo.
  4. Il villaggio polo, che assume tale ruolo per la sua propria dimensione, passa da primus inter pares a frazione del Comune di Decollatura (dal 1802).
  5. Rivendica il diritto di avere la sua chiesa, poi ne rivendica il diritto a diventare parrocchia.
  6. Intorno alla chiesa nasce la piazza; poi i piccoli negozi. I maggiorenti vi costruiscono le migliori case.
  7. Rimane una viabilità primitiva: strade poco comode, problema di attraversamento dei fiumi. In pratica, le frazioni vivono pressoché isolate.
  8. Ma ciò non è un problema poiché ogni cittadino trova nella sua frazione tutto ciò che gli serve: battesimo, scuola, matrimonio con ragazza del luogo, casa, lavoro nei campi che afferiscono a quella frazione, morte e seppellimento nella propria chiesa.
  9. Anche la dichiarazione all’anagrafe comunale dei nuovi nati avviene nelle mani dell’amministratore di riferimento in quella frazione. I singoli fascicoli dei registri anagrafici vengono poi raccolti e rilegati in un unico volume come li possiamo vedere oggi.
  10. La costruzione delle case avviene secondo le regole del diritto di superficie romano: il proprietario di un terreno può – per il fatto stesso di averne la proprietà – edificarvi la sua casa. Gli unici limiti sono quelli determinati dai diritti dei vicini. In questo modo sono state costruite le case dei centri storici. Vi trovavano posto anche baracche, pagliai, metati, ecc, spesso anche nelle immediate vicinanze delle case.
  11. Le case erano disposte comunque quasi sempre in agglomerati di forma allungata in modo tale da consentire a tutti un veloce accesso a un fondo, prossimo alle case nella parte posteriore, da adibire a orto e stalla. Non sarebbe stato possibile in queste condizioni creare abitati della forma quadrata (come quelli degli urbanisti greci o romani).
  12. Tutte le costruzioni di nuove case, quando proprio erano necessarie, avvenivano nella prossimità di quelle preesistenti in modo da diminuire le spese per i muri comuni (si arrivava a condividerne tre) e per godere dei vantaggi e della sicurezza offerta dalla presenza degli altri abitanti.
  13. Alla fine dell’Ottocento, amministratori saggi e lungimiranti, crearono nuove strade e costruirono ponti, con il solo fine però di collegare agevolmente le frazioni.
  14. Le nuove strade quindi non hanno aperto territorio per l’edificazione, come è visibile ancora oggi: nessuna (o pochissime) case sulla via Cerrisi-Casenove, nessuna casa (qualcuna solo oggi) sulla Casenove San Bernardo, quasi nessuna sulla Passaggio-Cerrisi da via Iuliano, ecc.
  15. Ecco perché c’è una penuria di terreni edificabili a Decollatura. Ciò ha obbligato negli anni passati all’espansione abnorme delle abitazioni verso le periferie del paese.
  16. Emblematico è il caso della scelta dell’ubicazione del cimitero fatta alla fine dell’Ottocento: si volle bloccare l’unificazione di Praticello con Casenove, nell’unica zona che forse, per la sua conformazione, avrebbe consentito un agglomerato compatto e capace di ospitare moltissime abitazioni.

Tutte le considerazioni sopra esposte riguardano il passato.

Sono state esposte al solo fine di tenere ben presenti gli errori e le cose buone del passato per capire di che cosa c’è bisogno per il futuro, senza ripetere esperienze negative.

La redazione del PSC deve offrire alla cittadinanza una prospettiva di sviluppo, deve indicare verso dove si vuole andare per consentire di programmare investimenti e assumere decisioni consapevoli.

La prima necessità che tutti sentono come inderogabile è quella che Decollatura ha bisogno di un luogo di aggregazione che svolga per l’intero comune il ruolo che fino a quarant’anni fa hanno svolto le piccole piazze per le singole frazioni e di cui si è già parlato. 

Non è più possibile che la società civile non abbia un luogo fisico in cui incontrarsi, passeggiare, passare qualche ora di svago incontrando gli amici e fare nuove conoscenze. Non si può affidare questo compito ai freddi sedili di pietra posti davanti ai bar, senza alcun sentore, non dico di eleganza, ma neanche di confort essenziali che riparino dalla pioggia e dal gelido vento invernale. Né soluzione possono essere le conversazioni effimere svolte da finestrino a finestrino tra le macchine parcheggiate nei pochi spazi disponibili! Non possiamo condannare i nostri giovani, che pure hanno visto paesi e città più grandi e meglio organizzati (pensiamo agli studenti universitari o a quelli che per turismo o vacanze studio sono andati all’estero) a vivere con disagio e frustrazione la vita nel loro paese.

E si badi bene che non si tratta di un puro bisogno effimero di luoghi d’evasione perché, per chi ancora non se ne fosse accorto, la lotta contro il declino demografico di un paese avviene anche ponendosi come punto di riferimento appetibile per quanti sono alla ricerca di un luogo dove vivere fissandovi la residenza e contribuendo alla stabilizzazione della popolazione (lasciamo da parte, in questo contesto, il problema lavoro).

Per secoli Decollatura ha importato residenti dai paesi limitrofi come Conflenti, Motta, Platania, Serrastretta e così via, che trovavano nel nostro paese occasione di sistemazione abitativa e lavorativa. Mai prima d’ora una coppia di giovani sposi formata da un decollaturese e una giovane di un altro paese (o viceversa) avrebbero pensato di fissare la residenza altrove se non a Decollatura, determinando l’incremento dei residenti e quindi dell’economia legata ai servizi e ai consumi.

Oggi sta accadendo che paesi con una maggiore attrattiva (naturalmente in termini relativi, perché non ci stiamo certamente confrontando con Via Veneto a Roma e nemmeno con Corso Mazzini a Cosenza) si pongano come alternativa alla residenza a Decollatura. Questo comporta l’abbandono delle case, la diminuzione degli abitanti e dei nuovi nati che dovrebbero compensare i decessi.

In definitiva il crollo economico di un paese!

Ecco perché è necessario creare il luogo della socialità.

LA NUOVA PIAZZA DI DECOLLATURACome potrebbe essere questo luogo? Questo è ciò di cui si debbono occupare i professionisti che hanno competenze specifiche in materia, guidati dagli amministratori. A questi tocca il compito di raccogliere le istanze della popolazione, captarne gli umori, interpretarne i desideri e i sogni e, se possibile, lavorare per la costruzione di una identità condivisa; a quelli il compito di tradurre in pratica le indicazioni, proponendo soluzioni innovative, coraggiose, sicure e lungimiranti,

In ogni caso le alternative fra cui scegliere non sono molte potendo concepirsi il luogo di cui trattasi secondo la modalità “lineare” (il corso) con i marciapiedi per il passeggio ai lati su cui si affacciano i negozi ubicati al piano terra degli edifici da costruire, oppure una piazza chiusa, di forma ellittico-circolare oppure rettangolare, con gli eventuali porticati sotto cui collocare i marciapiedi per il passeggio.

La piazza che si verrebbe a creare al centro sarebbe il luogo ideale per il tempo libero, manifestazioni, concerti all’aperto, ecc. Inoltre questa soluzione chiusa avrebbe il vantaggio di offrire protezione dai venti freddi che nella nostra zona sarebbe particolarmente utile per estendere la fruibilità del luogo.

Dove collocare la piazza? A questa domanda si dovrebbe rispondere tenendo conto dei luoghi, dell’edificato esistente, della vocazione delle frazioni, della baricentricità.

In definitiva non si dovrebbe andare molto lontano dalla congiungente San Bernardo-Casenove. Le altre frazioni non verrebbero affatto sminuite da ciò perché, come accade per tutte le cittadine del mondo, l’effetto trainante di un luogo trasmette benefici a tutti gli altri. In definitiva, non tutti dovrebbero abitare sulla piazza ma tutti quelli che vogliono possono andare in quel luogo sapendo di trovarvi socialità e occasioni di svago.

Naturalmente si dovrà tenere conto dei quanto necessario a servizio della piazza: area parcheggi, vicinanza mezzi di trasporto pubblici, servizi commerciali, ecc.

PENSARE AL FUTURO

Sebbene in questa fase ci si debba occupare di questioni di carattere generale, è bene che fin d’ora si pensi a porre in essere norme che non precludano scelte future. Fra questi occorrerà pensare a:

  • Protezione del paesaggio: prevedere l’inedificabilità per zone ubicate ad altitudini tali da compromettere la skyline
  • Valorizzare la componente fluviale del paesaggio, attualmente completamente sottomessa agli altri elementi urbanistici poiché ancora inquadrata nell’ottica di nemico da combattere e ostacolo da superare. Invece, come in esempi a tutti noti, i fiumi possono essere valorizzati in parchi fluviali di realizzazione non costosa, eventualmente abbinati a piste ciclabili o altro ancora.
  • Lotta contro il consumo di territorio. È questo uno dei temi più importanti da affrontare poiché, per come detto in precedenza, l’assenza di strade di Piano che avrebbero concentrato il nuovo edificato in ben precise zone, si è assistito ad una espansione incontrollata delle abitazioni in zone lontane, senza servizi, anzi dove l’erogazione di servizi pur necessari (acqua potabile, fogna, raccolta rifiuti, illuminazione pubblica, ecc.) avviene con costi altissimi. Si deve arrestare l’estensione dell’abitato visto anche che la popolazione non subisce aumenti. Ciò non significa che le cosiddette ex “frazioni” non debbano godere di possibilità di espansione, tutt’altro. Dove già sono presenti agglomerati deve essere garantita ai residenti la possibilità di ampliare e aggiungere costruzioni, sempre però tenendo presente che non si deve consumare altro territorio.
  • È naturale che all’interno del PSC debbano essere riconsiderate le norme che regolano gli interventi nei centri storici, cioè norme che consentano la rigenerazione dell’abitato se non si vuole consumare altro territorio. Nel recente passato norme troppo severe sui centri storici – che in pratica hanno vietato qualsiasi intervento – ha spinto le persone che pure, per affezione verso la casa degli avi, avrebbero voluto continuare ad utilizzarle, a spostarsi verso la periferia, ricorrendo ai finti fabbricati rurali pur di poter avere una casa dimensionata per le nuove esigenze abitative. Il voler necessariamente conservare tutto ha portato all’abbandono delle case che già le cominciamo a vedere crollare. Già cominciamo ad essere un paese “transennato”. Occorre invece, con opportune indicazioni tecniche e adeguati controlli e anche facendo leva sulla fiscalità, agevolare il riutilizzo dell’abitato storico ottenendo il triplo scopo di rivitalizzare i centri storici, fermare il consumo di territorio e consentire il risparmio economico delle famiglie. La mano d’opera necessaria per le ristrutturazioni potrebbe essere facilmente fornita dalle piccole ditte di artigiani del territorio, migliorando quindi anche l’occupazione. Dal punto di vista fiscale si dovrebbe intervenire, come già accade in altri paesi, sul fatto che consumare nuovo territorio determini oneri maggiori che il riutilizzo o il compattamento dell’abitato.
  • Intervenire sull’aspetto esterno degli edifici. Dopo che, ormai da tempo, ci siamo liberati dell’orribile tradizione di lasciare incompleto l’esterno degli edifici, oggi stiamo assistendo all’esercizio dell’arbitrio più totale nella scelta dei colori esterni per le abitazioni. Non deve essere consentito usare colori più adatti alle arnie delle api o alle vecchie barche delle marine che alle case di un pacato e lindo paesello di montagna.

CONCLUSIONE 

In conclusione voglio dire che mi aspetto molto da quanto potrà uscire da questo Piano. La situazione di Decollatura, nonostante quanto detto in precedenza, è ancora ben recuperabile dal punto di vista urbanistico. Una certa “elasticità” adottata da tutte le Amministrazioni non ha portato a “scempi” o a speculazioni private irrimediabili, e quindi ci sono tutti gli elementi per dare un nuovo impulso al territorio motivando gli abitanti ad uno scatto d’orgoglio per un Rinascimento che tutti stiamo aspettando.

 


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