Domenica 21 ottobre 2012: in 70 città italiane si svolgerà la manifestazione FAI Marathon.

Quest’anno, fra le 70 città italiane e le uniche due calabresi, ci sarà anche Decollatura (vedi la pagina dedicata alle modalità di partecipazione), grazie alla collaborazione tra l’Amministrazione Comunale, la Pro-Loco e le Associazioni.

Conferenza stampa di presentazione presso la Provincia di Catanzaro

Conferenza stampa di presentazione presso la Provincia di Catanzaro

E’ un’occasione unica per visitare il centro storico, il Museo Civico, le Chiese, il Parco Comunale e tanti altri beni ambientali e monumentali.

Ecco come viene descritta nel sito FAI la manifestazione nazionale:

FAIMARATHON

Domenica 21 ottobre 2012 non perdere la FAIMARATHON, l’unica maratona che si corre con gli occhi promossa dal FAI – Fondo AmbienteItaliano e Il Gioco del Lotto.

Per partecipare alla FAIMARATHON non serve essere sportivi ma è necessario avere la voglia di lasciarsi sorprendere dalle bellezze della nostra Italia: la FAIMARATHON è una maratona culturale, un percorso tra strade, piazze e monumenti di 70 città italiane, nato per mettere in luce la bellezza che non siamo abituati a osservare: quella dei luoghi in cui viviamo.

Fra le numerose tappe della maratona si potranno ammirare anche alcuni monumenti restaurati grazie a Il Gioco del Lotto.

Se ti iscrivi alla FAIMARATHON contribuirai a tutelare l’Italia più bella: quella dell’arte, del paesaggio e della natura. Io LOTTO per un’Italia più bella. Tu che FAI? Partecipa al sondaggio promosso da Il Gioco del Lotto!

Dal 28 settembre 2012 su Fondoambiente.it, scoprirai nuovi dettagli sui punti di partenza, gli orari e molte curiosità sugli itinerari… Le maratone si terranno anche in caso di condizioni meteo avverse. Verifica sul sito prima della partenza che non ci siano stati cambiamenti o variazioni di programma dovuti a cause di forza maggiore.

Il Comune di Decollatura, insieme alla ProLoco e alle Associazioni, hanno organizzato la manifestazione, una delle due in Calabria.

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La maratona di Decollatura si articola in 11 tappe che ho avuto l’incarico di pianificare. La scelta non è stata facile poichè c’è da tenere conto non solo di un certo equilibrio tra beni naturalistici e monumentali ma anche della lunghezza dei percorsi considerando la struttura urbana dell’abitato.

Ecco il percorso che si seguirà nella MARATONA FAI di Decollatura:

  1. PIAZZA G. PERRI. Ore 10,30. Ritrovo partecipanti, iscrizione e partenza.
  2. 1^ tappa: “Museo della nostra Terra”, Via XXIV Maggio. Sosta per visita guidata museo. Visita centro storico di Casenove.
  3. 2^ tappa: Chiesa S. Maria Assunta (Sec. XVIII), Via V. Veneto
  4. A piedi raggiungere il Parco Comunale, ingresso da Via Marconi
  5. 3^ tappa: Bosco Le Querce (prop. privata visitabile dall’esterno), Via G. Marconi
  6. 4^ tappa: Parco Comunale, Via Marconi. Dalla partenza sono stati percorsi 1,2 km
  7. Con l’autobus dal parcheggio del Parco: Via Marconi verso Casenove; scendere all’imbocco di Via Licciardo;  (lunghezza trasferimento autobus: 0,9 km).

Dopo scesi, a piedi imboccare Via Scesa Licciardo;

  1. 5^ tappa: “Fontana Licciardo” con lavatoio, Via Scesa Licciardo.
  2. Tornare indietro e proseguire per Via Licciardo, indirizzandosi verso Praticello.
  3.  6^ tappa: Centro storico Praticello. Visita parte bassa Praticello, fontana Caronte, Piazza Verdi, parte alta Praticello. Percorsi altri 0,850 km.
  4. Attraversare la parte alta di Praticello, quindi raggiungere Piazza della Vittoria. Proseguire per Passaggio. Percorsi altri: 0,750 km
  5. 7^ tappa: Passaggio: centro storico, fontana vecchia e lavatoio, Via G. D’Annunzio.
  6. Imboccare Via Cancello e proseguire fino alla chiesa
  7. 8^ tappa: Chiesa San Bernardo (Sec. XVII), Ex Seminario Vescovile, Ex Palazzo Vescovile, Via Cancello. Percorsi altri 0,500 km
  8. Ritorno in Piazza della Vittoria. Si sale sull’autobus messo a disposizione dal Comune (percorsi altri 0,500 km) e ci si dirige verso Adami. Scendere in Via Michele Pane (lunghezza percorso in autobus altri 3,400 km)
  9. 9^ tappa: Centro storico di Adami e casa natale di Michele Pane.
  10. 10^ tappa: Visita alla “Mostra documentaria del Parco Letterario, Storico e Paesaggistico di Adami”,
  11. 11^ tappa: “Complesso monumentale Palazzo Stocco”, Via Stocco (percorsi altri 0,800 km)
  12. Conclusione e pranzo.

Totale da percorrere a piedi: 4,600 km

Totale percorso in autobus:  4,300 km

I dettagli sulle distanze tra le varie tappe sono riassunti in questa tabella:

Tappa partenza

tappa arrivo

partenza

arrivo

lunghezza tappa

km

lunghezza totale percorso km

1-4

Piazza Perri

Parco Comunale

1,200

1,200

4-5

 

Parco Comunale

 

Via V. Veneto

(in autobus)

0,900

2,100

5-6

 

Via Veneto

(Via Licciardo)

Piazza Verdi

0,850

2,950

6-7

Piazza Verdi

Via D’Annunzio

0,750

3,700

7-8

 

Via D’Annunzio

 

Via Cancello

(Chiesa S. Bernardo)

0,500

4,200

8-8

 

Via Cancello

(Chiesa S. Bernardo)

 

Piazza della Vittoria

0,500

4,700

8-9

 

Piazza della Vittoria

 

Adami

(in autobus)

3,400

8,100

9-10-11

Adami Chiesa

Palazzo Stocco

0,800

8,900

Ecco adesso le schede dettagliate delle singole tappe:

  • 1^ tappa: “Museo della nostra Terra”

Museo della civiltà contadina e non solo. Istituito dal Comune nel 1998, raccoglie testimonianze del mondo rurale e della vita quotidiana del territorio. Gli oggetti custoditi sono in parte di proprietà comunale e in parte di privati che li hanno affidati al museo per l’esposizione e la valorizzazione. Fra i pezzi più importanti ci sono le macine e accessori di un mulino ad acqua, un carro per buoi, pietre per la trebbiatura del grano, un torchio in legno, aratri, telai e accessori per la filatura e la tessitura, utensileria da cucina, vasi e cesti tradizionali. Di particolare interesse — perché ormai introvabili — i banchi in legno della scuola elementare risalenti al 1930. Ingresso gratuito.

  • 2^ tappa: Visita centro storico Casenove e Chiesa S. Maria Assunta (Sec. XVIII).

Il centro storico del borgo Casenove, uno dei tanti centri in cui si articola l’abitato di Decollatura, si sviluppò nel Settecento intorno alla chiesa dedicata a S. Maria Assunta. Le case sono strette intorno alla chiesa e sono generalmente composte da un magazzino a piano terra che una volta ospitava la stalla per gli animali di cui ogni famiglia era fornita: il maiale, l’asino, la capra. L’abitazione vera e propria si trovava al primo piano e la cucina era nel sottotetto con il focolare senza cappa che lasciava uscire il fumo dalle fessure tra le tegole. Alle travi della cucina-sottotetto si appendevano le provviste di salumi e panieri con la provvista di pane cotto nel forno anch’esso ospitato nel sottotetto.

La Chiesa, costruita intorno al 1750, ha tre navate e un’ampia scalinata, ospita quadri di Zimatore e Grillo e statue lignee tra cui quella di S. Maria Assunta, patrona del Comune.

Per la visita all’interno occorre attendere la fine della celebrazione della S. Messa (intorno alle ore 11,30).

  • 3^ tappa: Bosco Le Querce (prop. privata visitabile anche all’interno grazie alla speciale autorizzazione dei proprietari)

È una proprietà privata in cui si trovano alcuni tra gli alberi più grandi del circondario e non solo. Si tratta di querce secolari poste sul confine esterno e nel viale di accesso alla residenza dei proprietari. Il loro frutto è stato da sempre utilizzato per l’alimentazione degli animali alla cui qualità contribuiva in modo determinante.

  • 4^ tappa: Parco Comunale.

Il Parco Comunale fu istituito negli anni ‘80 del Novecento nel luogo in cui si trovava la prima discarica comunale di Decollatura. Con l’espansione dell’abitato non era più possibile continuare nell’utilizzo precedente e pertanto, contemporaneamente allo spostamento della discarica in altro luogo, si decise la bonifica del territorio e l’impianto di numerose specie di piante ornamentali, conservando – dove possibile – anche alcune piante autoctone. Il luogo è dotato di acqua potabile, bagni per il pubblico, campi da tennis. D’estate, a cura della ProLoco, si svolgono attività di animazione.

  • 5^ tappa: “Fontana Licciardo”.

Questa fontana viene inserita nel percorso non tanto per qualche sua particolarità, quanto perché testimonianza – come tutte quelle presenti nelle vicinanze degli altri nuclei abitativi del comune ­– del modo scelto dagli antichi abitanti per il soddisfacimento delle necessità quotidiane. Innanzitutto, nei pressi dell’abitato, ci doveva essere sempre una fontana per attingere l’acqua potabile, portata in casa con barili in legno o vozze di terracotta. L’acqua veniva cercata scavando una galleria orizzontale nella roccia fino a quando non si trovava la vena di portata adeguata ai bisogni. Poi si costruiva la parte esterna con il canale cui si accostava il recipiente da riempire. Alla base della fontana veniva ricavata una piccola vasca da cui un canale convogliava l’acqua in una vasca molto grande, anzi talvolta in due. La prima serviva per farvi abbeverare gli animali prima di andare o al ritorno dal lavoro dei campi, e la seconda per lavare i panni, almeno quelli di utilizzo più frequente. Per i panni più grandi – coperte, lenzuola, ecc. – si andava al fiume in luoghi prestabiliti. A valle della fontana si trovano campi coltivati a grano oppure ortaggi e i proprietari hanno il diritto di utilizzo dell’acqua per l’irrigazione, secondo turni prestabiliti. Tutte queste fontane pubbliche, che avevano fornito l’acqua potabile per secoli, furono abbandonate all’inizio del Novecento quando, con grosse opere idrauliche, tutti i centri abitati vennero dotati delle tradizionali fontane in ghisa. Con la loro diffusione, tutte le fontane con il loro carico di secoli di servizio, assunsero la denominazione di “fontana vecchia”.

  • 6^ tappa: Centro storico Praticello. Visita parte alta Praticello e ritorno a Piazza Verdi; fontana Caronte.

Praticello, uno dei centri abitati di Decollatura, attestato come toponimo fin dal 1500, si articola in due nuclei che avevano come punto focale PiazzaVerdi che ospitava fino alla fine del Novecento un secolare olmo – uno dei quattro presenti in Decollatura – che era stato piantato come “Albero della Libertà” ai tempi della Repubblica Partenopea del 1799. Il collegamento con Casenove avveniva fino alla fine dell’’800 con una strada posta a valle, nei pressi del fiume, ma quando fu tracciata la nuova strada, che tra l’altro richiese l’abbattimento di un fabbricato, il centro si percorre perpendicolarmente all’allineamento delle case. Nei pressi si trova la sorgente Caronte, dal nome evocativo di antiche credenze. Il centro abitato di Praticello subì un contenimento della sua espansione a causa del cimitero che fu costruito al suo confine.

  • 7^ tappa: Passaggio. Centro storico, fontana vecchia e lavatoio.

 Il quartiere Passaggio è così chiamato perché fino al’Ottocento vi si trovava il confine delle provincie di Calabria Citra e Calabria Ultra (cioè le attuali Cosenza e Catanzaro) e quindi era il luogo in cui si riscuoteva la tassa di pedaggio. Il centro storico è formato da case che si affacciano su vicoli (vinelle), alcuni anche piuttosto lunghi. Sede, probabilmente, della prima sede del Municipio all’inizio dell’Ottocento, diede anche i natali a Giuseppe Scalzo, il personaggio che guidò la separazione amministrativa dei villaggi che oggi costituiscono Decollatura dall’Università (così si chiamavano allora i comuni) di Motta S. Lucia. La fontana vecchia e il lavatoio erano luoghi dove necessariamente si passava per attingere l’acqua per gli usi domestici e per lavare i panni.

Sulle pendici del Monte Reventino che danno verso Passaggio, secondo una leggenda che non trova però consenso unanime fra gli studiosi, si sarebbe svolta la sanguinosa battaglia tra Pirro e i Mamertini del 275 a. C.

  • 8^ tappa: Chiesa San Bernardo (Sec. XVII), Ex Seminario Vescovile, Ex Palazzo Vescovile.

La chiesa fu costruita intorno al 1670 dal Vescovo di Martirano per favorire la residenza stabile dei coloni nel territorio montano. La dedica a S. Bernardo Abate è dovuta alla presenza dei monaci cistercensi di Corazzo che avevano diffuso il culto del Santo nel territorio. La chiesa è il più grande edificio sacro dell’intero comprensorio. Di particolare pregio è l’intonaco esterno dell’edificio eseguito nel cosiddetto “rapillo”. Il portale è in pietra verde con decorazioni in pietra calcarea con motivi floreali. All’interno, pregevoli statue lignee e dipinti a olio di Zimatore e Grillo.

Davanti a questa chiesa si sono svolte le assemblee della popolazione per prendere decisioni prima dell’istituzione dei Consigli Comunali.

Nei pressi della chiesa si trovano due imponenti edifici edificati dal vescovo di Martirano nel corso del 1600. Uno è la palazzina del vescovo con torre di guardia – oggi parzialmente conservata – e l’altro, sempre un palazzo del vescovo, successivamente adibito a Seminario estivo della Diocesi di Nicastro.

  • 9^ tappa: Centro storico di Adami e casa natale di Michele Pane.

Adami è un centro abitato da sempre particolarmente attivo in campo culturale e sociale. La parte bassa dell’abitato intorno alla strada nazionale, fu popolata principalmente dai lavoratori richiamati dalla possibilità di occupazione offerta dalle attività agricole nelle proprietà della famiglia Stocco. La chiesa, eretta intorno al 1730 e intitolata alla Madonna del Monte Carmelo, si trova nella parte alta dell’abitato. Al suo interno un’acquasantiera in marmo bianco di bellissima fattura proveniente dall’Abbazia di Corazzo, statue della Madonna e di San Raffaele. Nei pressi della chiesa si trova la casa natale del poeta Michele Pane (1876-1953), emigrato giovanissimo in America, autore di struggenti poesie esaltanti sentimenti, nostalgia ma anche critica sociale nei confronti degli uomini ingiusti e corrotti. Il poeta, nipote del filosofo Francesco Fiorentino (1834-1884), visse la sua infanzia tra Sambiase (città di origine della madre) e Decollatura, circondato da familiari imbevuti di ideali risorgimentali e che perciò avevano vissuto anche episodi significativi. La sua opera poetica vernacolare, per lo più composta quando era in America, è una delle più apprezzate della Calabria. Nei pressi si trova anche la casa natale di Luigi Costanzo (1886-1958), sacerdote, scrittore, insegnante.

  • 10^ tappa: Visita alla “Mostra documentaria del Parco Letterario, Storico e Paesaggistico di Adami”.

 Nel cuore di Adami è stata allestita una mostra permanente a cura del Parco Letterario, Storico e Paesaggistico di Adami, un’associazione che, come dice il nome, ha assunto l’impegno di valorizzare tutte le risorse del territorio, sia quelle culturali, sia quelle naturali e paesaggistiche. In effetti Adami offre una rara occasione di unire, in “un miglio quadrato” un concentrato di personaggi, fatti storici, ambientazioni di opere poetiche che è difficile riscontrare altrove. L’edificio che ospita la mostra è l’antica sede dell’ufficio postale di Adami e vi abitava la sorella Marianna del poeta Pane. L’interno dell’edificio conserva la tipica ambientazione delle case prima dell’avvento delle moderne tecniche costruttive e conserva tutto il fascino della muratura in pietra e ampio uso del legno. Sono esposti, oltre a oggetti della vita quotidiana, oggetti e documenti riguardanti la vita di Michele Pane.

  • 11^ tappa: “Complesso monumentale Palazzo Stocco”

 Il complesso monumentale è formato dalla casa natale e palazzo di famiglia del generale garibaldino Francesco Stocco e dalla Chiesa annessa. Il complesso, recentemente dichiarato di “interesse particolarmente rilevante” da parte della Soprintendenza della Calabria, è stato testimone del fiorire della Famiglia Stocco, “Patrizi cosentini”, documentata a partire dal 1300. In questo palazzo nacque nel 1806 il futuro generale garibaldino Francesco Stocco, destinato a diventare un eroe del Risorgimento Italiano. Stocco, che era stato battezzato dal futuro Re Francesco II, con la sua partecipazione ai fatti del 1848 e poi, imbarcandosi da Quarto insieme ai Mille di cui fu comandante della Terza Compagnia, partecipò a tutta l’epopea del 1860. Proprio nella pianura su cui si affaccia la sua casa in cui ­– come afferma Dumas – riposò Garibaldi, avvenne la storica resa dei 10000 soldati borbonici del 30 agosto 1860. All’interno sono conservati cimeli e documenti riguardanti la storia della famiglia e, in particolare, il Generale.

La Chiesa, dedicata al culto di S. Antonio Abate, fu eretta intorno al 1550 e fu uno dei primi presidi di culto in una zona che proprio in quegli anni andava popolandosi per l’arrivo di numerosi coloni. Al suo interno ospita dipinti a olio con soggetto sacro (purtroppo danneggiati dalle infiltrazioni di pioggia) e lapidi a ricordo dei principali componenti della famiglia. La campana in bronzo riporta  l’anno 1575 e il nome di “Francesco IV Stocco” consentendo una datazione certa, confermata anche da una bolla pontificia del 1577 di Papa Gregorio XIII (attualmente in restauro insieme al Registro dei Battezzati del 1693). Nel pavimento si trova una lastra tombale in pietra che porta incisa la data del 1679. Attualmente l’archivio documentario è in fase di ricognizione e riordino da parte di esperti della Soprintendenza calabrese.

Nelle seguenti mappe di Google sono segnati i percorsi consigliati per spostarsi da una tappa all’altra. Naturalmente ogni partecipante può scegliere di utilizzare altri percorsi in quanto lo scopo della maratona è quello di visitare i monumenti/beni artistici mentre lo spostamento da un luogo e l’altro è libero. La nostra indicazione però tiene conto della comodità del parcheggio delle automobili e della bellezza del percorso scelto.
In questa prima cartina A è il luogo dell’iscrizione/inizio; B è la tappa n. 1; C è la tappa n. 2; D è la tappa n. 3; E è la tappa n. 4:


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In questa mappa si riparte dalla A che adesso è la tappa n. 4; poi seguono la tappa n. 5 indicata dalla lettera B e la tappa n. 6 indicata dalla lettera C.
Il percorso dalla tappa 5 (Fontana Licciardo) alla tappa 6 (Praticello) è un suggestivo sentiero che costeggia il fiume. Chi vuole può evitarlo recandosi alla tappa 6 seguendo la strada normale:


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Nella mappa seguente si passa dalla tappa 6 indicata dalla lettera A, alla 7 indicata dalla lettera B, alla 8 indicata dalla lettera C (Chiesa di San Bernardo). Da qui occorre trasferisrsi nella frazione Adami dove ci saranno le successive tappe. La distanza è di circa 3,400 km non impossibile da fare a piedi ma si consiglia di effettuare lo spostamento con un mezzo di trasporto (autobus, per coloro che sono arrivati con questo mezzo, oppure in automobile)


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Quella che segue è la mappa che guida nello spostamento verso la frazione Adami. Con la lettera A è indicato il punto sulla SS 109 in cui si deve fermare l’eventuale autobus, mentre poi occorre proseguire a piedi fino al centro storico (lettera B) ove si può giungere anche in automobile seguendo lo stesso percorso. Nei pressi della lettera B si trovano le tappe 9 e 10. Da qui, seguendo una strada leggermente diversa, si scende fino a giungere all’ultima tappa, la numero 11, presso il Palazzo Stocco, indicata dalla lettera C.
Da qui si può raggiungere il ristorante Cardel, indicato con la lettera D, per il pranzo:


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Qui di seguito sono forniti i link ad alcune pagine di questo sito in cui sono riportate alcune mie pubblicazioni sul territorio, utili per chi volesse avere maggiori informazioni sul territorio.

Cominciamo dalla Guida turistica edita dall’Amministrazione Comunale di Decollatura nell’anno 2000 pe la quale ho curato il testo e le fotografie:

[book id=’15’ /]

Poi consiglio di sfogliare un album di cartoline che, in 100 immagini,  ripercorre almeno 100 anni di storia del paesaggio urbano decollaturese:

[book id=’9′ /]

Per maggiori informazioni sul Generale Francesco Stocco e sulla famiglia, si può sfogliare la pubblicazione «Decollatura ricorda i suoi Patrioti» edita a cura dell’Amministrazione Comunale di Decollatura nel corso dei festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia nell’agosto 2011:

[book id=’19’ /]

Su Michele Pane, le sue opere e la sua biografia ho aperto un sito dedicato esclusivamente al grande Poeta decollaturese dove si possono trovare notie, immagini e opere commentate all’indirizzo:

www.michelepane.it

Altre notizie sul territorio ho pubblicato in altre occasioni, quasi tutte riportate in altre pagine di questo sito che invito a “esplorare”.


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Si è svolta ieri pomeriggio 13 ottobre 2012 la presentazione della «1a Carta Archeologica del territorio del Comune di Decollatura».

La manifestazione, come annunciato, ha visto la presenza delle maggiori autorità scientifiche regionali che hanno illustrato al numeroso e qualificato pubblico intervenuto le risultanze di molti anni di ricerche.

Ha introdotto la discussione il prof. Giuseppe Musolino che ha spiegato il lungo percorso delle ricerche sul territorio e le novità che in questa occasione vengono presentate al pubblico.

 

 

I relatori: Rubettino, Spadea, Vivacqua, Cardamone, De Sensi, Musolino, Gaglianese

I relatori: Rubettino, Spadea, Vivacqua, Cardamone, De Sensi, Musolino, Gaglianese

 

All’apertura degli interventi hanno porto il loro saluto il Sindaco di Decollatura dott.ssa Anna Maria Cardamone e l’editore dott. Florindo Rubettino.

Il Sindaco ha sottolineato l’importanza che l’Amministrazione annette alle attività culturali che contribuiscono alla costruzione dell’identità del territorio su cui si sta molto lavorando, a tutti i livelli.

Il dott. Rubettino — la cui casa editrice ha sostenuto l’iniziativa pubblicando il volume che contiene i risultati dell’indagine archeologica — ha evidenziato la valenza del lavoro pubblicato e l’importanza delle scoperte.

Il Dott. Roberto Spadea, funzionario archeologo della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, ha sottolineato l’importanza delle pubblicazioni in quanto testimonianza del lavoro fatto e mezzi di conservazione e circolazione delle conoscenze. Ha evidenziato anche l’importanza che la scoperta di una frequentazione antica del territorio interno calabrese assume anche per decodificare il ruolo e la struttura economica delle città costiere.

L’ipotesi etimologica del toponimo “Decollatura” da quello dell’Abbazia dei Santi Quaranta Martiri è stata affrontata dalla prof.ssa Giovanna De Sensi Sestito nricordando il suo celebre quanto importante lavoro “Tra l’Amato e il Savuto”. L’ipotesi di lavoro proposta da Ginevra Gaglianense è quella che il toponimo sia da collegare con il culto dei Santi Quaranta Martiri cui è dedicata un’abbazia posta nei pressi della stazione termale di caronte (Lamezia Terme). La prof.ssa De Sensi ritiene plausibile ques’ipotesi che lei a suo tempo aveva cautamente ipotizzato in mancanza — allora — di risultanze archeologiche.

Poi le archeologhe Ginevra Gaglianense e Paola Vivacqua hanno svolto le loro relazioni scientifiche entrando nei dettagli delle scoperte effettuate, parlando delle ceramiche e della loro datazione e provenienza. Di rilievo sono apparsi i ritrovamenti del frammento di ossidiana, di una ceramica a vernice nera, di sigillata africana, che lascinao intuire una frequentazione ininterrotta della località Muraglie dal IV se. a. C. fino a oggi.

Infine il prof. Musolino ha svolto alcune considerazioni sull’importanza della pietra coppellata in loc. Santa Filomena che presenta caratteristiche sovrapponibili a quelle di tutto l’arco alpino e, persino, con la rosa camuna, simbolo della Regione Lombardia.

Roberto Spadea, Paola Vivacqua e Anna Maria Cardamone

Roberto Spadea, Paola Vivacqua e Anna Maria Cardamone

 

Prof.ssa Giovanna De Sensi e Giuseppe Musolino

Giovanna De Sensi, Giuseppe Musolino e Ginevra Gaglianese


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Il prossimo Sabato 13 ottobre 2012 presso la Sala Consiliare del Comune di Decollatura, alle ore 17,30, si terrà la Presentazione della 1a Carta Archeologica del Territorio di Decollatura.

Alla manifestazione parteciperanno il Sindaco di Decollatura Anna Maria Cardamone, l’editore Florindo Rubettino che ha curato la pubblicazione dell’opera, Roberto Spadea funzionario archeologo della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, Giovanna De Sensi Sestito Direttore del Dipartimento di Storia dell’Università della Calabria, Ginevra Gaglianese archeologo collaboratore della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria e Paola Vivacqua archeologo collaboratore della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria.

Moderatore sarà Giuseppe Musolino, professore presso il Liceo scientifico “L. Costanzo di Decollatura”.

La cittadinanza è invitata a partecipare.

Invito

 

Si tratta di un evento rilevante per la storia del nostro territorio in quanto — per la prima volta — vengono mostrati i risultati di un’indagine durata molti anni e che finalmente consentono di aprire una nuova era nella ricerca archeologica locale, capace però di aprire nuove prospettive per l’intero territorio regionale.

Locandina

Sulla pubblicazione è stato pubblicato un articolo raggiungibile a questo link.

 

 

 

 


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Ginevra Gaglianese, Giuseppe Musolino, Paola Vivacqua, 1a carta archeologica del territorio di Decollatura, Soveria Mannelli, CittàCalabriaEdizioni, 2012, € 4,90.

Lo scorso mese di giugno 2012 è stato pubblicato da CittàCalabriaEdizioni del gruppo Rubbettino di Soveria Mannelli il volume intitolato «1a carta archeologica del territorio di Decollatura. Indagine preliminare di archeologia di superficie». Gli autori sono Ginevra Gaglianese, Giuseppe Musolino, Paola Vivacqua.

 

1a Carta archeologica del territorio di Decollatura

1a Carta archeologica del territorio di Decollatura

Dalla quarta di copertina:

• Ginevra Gaglianese •

Storica e archeologa freelance, collabora dal 2004 con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria. Tra i suoi lavori più significativi si ricordano le prime ricerche archeologiche nel Convento Domenicano di Soriano Calabro e lo scavo urbano di P.zza Luigi Razza in Vibo Valentia.

• Giuseppe Musolino •

Fisico. Insegna matematica e fisica nel Liceo Scientifico di Decollatura. E’ da sempre impegnato nello studio e promozione della cultura del territorio di Decollatura

• Paola Vivacqua •

Archeologa. Ha conseguito il titolo di dottorato nel 2011 presso l’Università degli Studi di Siena. Collabora dal 2006 con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria. Ha partecipato a missioni archeologiche in Italia e in Grecia, in collaborazione con l’Università degli Studi di Siena. Si interessa di ceramica romana e tardo antica, in particolare di anfore.

Il volume, con illustrazioni, carta del territorio e la prefazione del dott. Roberto Spadea, funzionario archeologo della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, presenta i primi risultati di un’indagine di superficie condotta nel territorio decollaturese in molti anni di ipotesi, sopralluoghi, fotografie, studio delle fonti, e così via.

Tutto iniziò nel settembre del 1982 quando, in località Muraglie di Decollatura, il ritrovamento occasionale di una tomba da parte di un contadino intento all’aratura di un suo terreno, produsse interesse per la ricerca archeologica nel nostro territorio.
La Soprintendenza, chiamata a esaminare i pochi resti osservabili nel luogo del ritrovamento, concluse che si poteva trattare al massimo di una sepoltura medievale e quindi poco significativa. Fu disposto l’interramento del sito dopo averlo ricoperto con una guaina bituminosa.

Io in quell’occasione non mi trovavo a Decollatura poichè da poco tempo mi ero trasferito a Milano. Tuttavia venni a conoscenza dell’evento e successivamente visionai alcune fotografie riprese sul luogo del ritrovamento. Raccontarono che vennero ritrovati insieme a pietre e frammenti di ossa anche alcuni cocci, un campanellino di ferro arrugginito, pezzi di calce, e poco altro. In ogni caso il parere della Soprintendenza non lasciava speranze di sviluppi ulteriori. Si trattò per quelli di noi che aspettavano di sapere finalmente la verità sulle origini e sulla storia del territorio di una delusione, di un’occasione mancata, della consapevolezza che si sarebbe dovuto aspettare chissà quanto per avere qualche novità di rilievo, posto che il sito notoriamente più interessante, Muraglie, non aveva svelato niente di interessante.
Il materiale fu raccolto in una scatola per scarpe e portata nella biblioteca comunale che allora aveva sede nell’ex scuola elementare in Piazza della Vittoria. Lì rimase nell’oblio per oltre 15 anni.
Nell’estate del 1998, all’epoca della mia attività di amministratore comunale, progettai e realizzai l’istituzione di un museo comunale che avesse lo scopo di raccogliere e valorizzare il patrimonio culturale del territorio. Oltre a tanti oggetti della civiltà contadina, pensai che quella fosse la sede giusta per ospitare il contenuto di quella scatola che da tanti anni riposava indisturbata nella biblioteca di S. Bernardo. Il trasferimento dei reperti non avvenne senza qualche “resistenza” ma alla fine si realizzò e per un paio d’anni poterono essere osservati in un armadio a vetrina posto nell’atrio, come si vede in questa immagine inserita nella pubblicazione “Decollatura” edita dalla Comunità Montana dei Monti Reventino, Tiriolo e Mancuso nel 2001:

I "cocci" nella vetrina del Museo della Nostra Terra nel 2001

I "cocci" nella vetrina del Museo della Nostra Terra nel 2001

L’interesse sui resti veniva dal fatto di essere stati trovati in una zona da sempre sotto l’attenzione degli studiosi per avere quel nome così particolare (Muraglie, ma di che cosa? forse di ossa? o di che altro?) e essere stata individuata da più fonti come luogo dell’epica battaglia tra Pirro e i Mamertini del 275 a. C. Ma la questione è stata sempre controversa, avendo raccolto forse tante opinioni a favore quante contrarie da parte degli studiosi che si sono occupati della materia.
La svolta si ebbe poco tempo dopo, intorno al 1999, quando Ginevra Gaglianese che già studiava archeologia, venendo a visitare il museo, vide quella vetrinetta e quei pochi resti in ordine sparso. Sul momento non diede loro molta importanza anche perchè per lo più erano visibilmente di origine recente. Il campanellino su cui tanto si era fantasticato era un sonaglio per animali caduto in quel luogo in epoca recente, così come la sbarretta di ferro era forse la gamba di un treppiede da focolare buttato lì come rifiuto. Ma poco tempo dopo tornò con i pennelli per lavare sotto l’acqua corrente alcuni specifici cocci che avevano attirato la sua attenzione.
Ebbene, dopo essere stati semplicemente lavati con acqua si poteva facilmente notare che erano frammenti di un oggetto di fattura molto particolare, diversi da tutti gli altri.

Ma anche allora i tempi non erano maturi per fare il salto, anche perchè, malauguratamente, venne tolta la possibilità di studiare i fatidici cocci, stante la chiusura del museo intervenuta dopo poco tempo.
Nel frattempo io, Ginevra, le sue colleghe archeologhe, Antonio Pulerà, Claudio Marasco e, occasionalmente, altre persone, continuavamo a esplorare il territorio.

Facendo un salto di molti, troppi, anni, arriviamo a 2011 quando, in seguito al rinnovamento degli organi amministrativi comunali intervenuto per libere elezioni, si dispone la riapertura del museo civico che conservava ancora il nome di Museo della Nostra Terra.
A questo punto, ritrovati i cocci, è stato possibile farli esaminare agli specialisti di ceramiche che hanno confermato il valore archeologico della brocchetta ben riconoscibile anche nella foto precedente (quella parzialmente ricostruita e dall’impasto più chiaro).

Infine, la pubblicazione del volumetto oggetto del presente articolo, che riassume i risultati raggiunti e indica quanto ancora resta da fare.

COPYRIGHT © 2012 GIUSEPPE MUSOLINO


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Sabato 25 agosto, nei locali della Scuola Primaria di Casenove è stata presentata al pubblico la terza edizione (si tratta della ristampa della seconda edizione del 1979) del volume «Grammatichetta italiana in versi» pubblicata per la prima volta da Felice Costanzo nel 1949.

L’idea della ristampa era venuta a Lina Volpe e Vittoria Butera, a loro volta ex insegnanti, che ne hanno potuto apprezzare le qualità pedagogiche e stilistiche quando avevano avuto lo scorso anno tra le mani una copia della seconda edizione del 1979. Sabato finalmente è stato possibile vedere realizzata l’idea che si presenta sotto la forma di un bel volumetto di 94 pagine (Edizioni “Città del Sole”) con la copertina dei quaderni di una volta, forse come quelli che avevano gli scolari del maestro Felice.

Grammatichetta italiana in versi 3^ edizione-ristampa

Grammatichetta italiana in versi 3^ edizione-ristampa

Anche la sede scelta per la manifestazione, il glorioso edificio scolastico di Piazza G. Perri, che era stato inaugurato nell’ottobre del 1930, non è stata casuale. Oltre all’ambientazione “scolastica” di una manifestazione che in qualche modo è voluta anche essere un omaggio alla scuola, gli organizzatori hanno voluto salutare il glorioso “Scolastico” − come tutti lo chiamiamo − che dal prossimo primo settembre non accoglierà più bambini e scolari poichè, per una più razionale utilizzazione dei locali scolastici comunali, da quella data le scuole elementari saranno ubicate nell’edificio della Scuola Media poco distante. La presentazione della “Grammatichetta”, tra banchi, sedie , cartelloni attaccati ai muri è stata quindi l’ultima occasione per parlare di regole grammaticali tra quelle ottuagenarie mura. L’edificio, stanco per l’età, si riposerà per un po’ ma aspettiamo tutti la sua rinascita a nuova vita, auspicandone una sua integrale destinazione ai bisogni culturali della Città di Decollatura.

Alle 18,00 è iniziata la manifestazione, coordinata da Lina Volpe, che ha visto all’inizio il saluto del Sindaco di Decollatura, dott.ssa anna Maria Cardamone, che si è detta compiaciuta per le molte inziative culturali e del clima di collaborazione che si respira in tutte le manifestazioni organizzate nell’ambito del nostro territorio. Molte altre, ha detto, sono in cantiere, come merita una città come quella da lei guidata.

Lina Volpe, Vittoria Butera, Anna Maria Cardamone, Giuseppe Musolino

Lina Volpe, Vittoria Butera, Anna Maria Cardamone, Giuseppe Musolino

 

E’ seguito l’intervento di Lina Volpe che ha raccontato della genesi e della motivazione che l’ha spinta a promuovere questa ristampa. Ecco il testo del suo intervento:


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