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Giuseppe Musolino, Il primo sigillo del Comune di Decollatura risalente al 1802, «Storicitta’», n. 239, Anno XXVI (2017), pp. 18-20.
Sul numero di «Storicittà» in edicola in questi giorni (numero 239 Agosto-Settembre 2017) potete trovare il mio ultimo articolo che riprende uno dei temi affrontati nel libro «Decollatura. Volume I» e cioè l’aspetto che aveva il primo sigillo usato dal Comune di Decollatura fin dal 1802.
Nell’articolo sono presenti le immagini a colori non solo del primo sigillo ma anche di quelli usati negli anni seguenti e che ne hanno accompagnato l’evoluzione politico-amministrativa.
COPYRIGHT © 2017 by GIUSEPPE MUSOLINO
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Ieri pomeriggio nella Sala Eventi dell’Alexander Bar di Decollatura è stato presentato il mio nuovo libro “Decollatura. Volume I“. La partecipazione del pubblico è stata grande e perciò desidero ancora ringraziare tutti gli intervenuti.
Puntuali e molto apprezzati gli interventi del coordinatore prof. Antonio M. Pulerà che ha anche dato inizio all’evento con una relazione sul valore e l’importanza della storiografia, soffermandosi successivamente sull’opera presentata. Massimo Iannicelli, editore e direttore di «Storicittà. Rivista d’altri tempi» che si pubblica a Lamezia Terme da oltre 25 anni, ha ricordato la pubblicazione dei miei primi articoli sulla sua rivista, in particolare quelli sulla vozza e sulla coltivazione del castagno che si possono consultare in questo sito cliccando sui rispettivi link.
Dopo i due relatori ho preso la parola io per illustrare la genesi e i principali contenuti del volume. Avrei voluto parlare ancora più a lungo di quanto ho fatto, tale era il desiderio di trasmettere le novità storiografiche emerse a seguito delle ricerche durate oltre sei anni, ma non potevo abusare troppo della pazienza dei presenti.
Dopo una breve ma molto apprezzata rassegna delle immagini più significative proiettate sul grande schermo di cui è dotata la sala, la manifestazione ha avuto la sua conclusione con un brindisi augurale con un fresco prosecco servito dall’ottimo padrone di casa Marcello Bonacci, titolare dell’Alexander Bar, che ringrazio per l’ospitalità.
Da oggi il libro è disponibile nelle edicole-librerie Bonacci di Via Veneto e Zani in Piazza della Vittoria di Decollatura.
Per curiosità e domande i lettori possono inserire un commento in questa pagina oppure, per contattattarmi, possono utilizzare l’apposito modulo presente nel sito cliccando su questo link.
Buona lettura!
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Sul numero 225 di «Storicittà» (Marzo-aprile 2015) è stata pubblicata la mia recensione del libro «Giovan Battista de Gattis. Un protagonista di inizi Ottocento» di Francesco Rocca e Ferdinando Vescio di Martirano.
L’articolo, inserito nella rubrica «Scaffale» a pagina 59, si occupa della pubblicazione dell’interessante volume che ricostruisce la vita avventurosa e complicata di Giovan Battista de Gattis, un signorotto di Martirano (CZ) che volle fare del dominio sulle terre e sugli uomini lo scopo della sua vita.
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Sul numero 219 di «Storicittà» (giugno 2014) in edicola in questi giorni, è pubblicata la terza e ultima parte del mio articolo «Giovanni Bonacci da Decollatura, autore dei testi della scuola italiana del primo Novecento.»
La prima e la seconda parte erano state pubblicate nei due numeri precedenti. Nell’articolo ho illustrato le principali vicende biografiche e l’opera dell’importante autore di libri di testo delle scuole italiane della prima metà del Novecento di storia, geografia e antologie di italiano.
Giovanni Bonacci
E’ un personaggio che vale la pena di conoscere anche per i suoi studi che toccano i problemi dell’emigrazione. Notevole è anche il suo contributo alla ricerca storiografica sulla figura di Pietro Giannone che lo vide contrapposto a Giovanni Gentile in una polemica serratissima.
A breve su questo sito pubblicherò altro materiale su Giovanni Bonacci e le sue opere.
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«Un nuovo contributo sulla figura di Pasquale Celli e l’inedito suo fotoritratto», in “Storicittà”, Anno XXI, n. 202 (giugno 2012), pp. 20-22.
Nel fascicolo n. 201 di Storicittà avevo letto un articolo sull’illustre personaggio Pasquale Celli, notando con sorpresa che non era presente alcun suo ritratto. Conoscendo la meticolosità del direttore Iannicelli e le sue immense fonti iconografiche, ho capito che non gli era stato possibile in alcun modo reperire una fotografia o un dipinto che ci restituisse le sembianze di Celli altrimenti lo avremmo trovato certamente nell’articolo. E allora ho pensato che sarebbe stata gradita ai lettori la condivisione che ho deciso di fare di un ritratto — l’unico esistente, devo supporre — di Pasquale Celli. Come spiego nell’articolo, il ritratto era un omaggio a uno zio di Michele Pane, il sacerdote Don Antonio Pane, che si era adoperato per fare omaggio al prof. Celli della Corona di Cavaliere d’Italia, che aveva diritto di portare per concessione del Re.
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Per la curiosità dei lettori aggiungo le pagine del libro di Giovanni Papanti pubblicato in occasione del 500° anniversario della nascita di Giovanni Boccaccio in cui si contano 700 versioni di una novella (la IX della I Giornata) del Decamerone, tradotte in altrettante parlate dialettali italiane. Per brevità ho inserito soltanto le pagine che si riferiscono ad autori calabresi, fra cui Pasquale Celli che è l’autore della versione nel dialetto di San Pietro Apostolo, suo paese natale:
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