Un nuovo contributo sulla figura di Pasquale Celli e l’inedito suo fotoritratto

«Un nuovo contributo sulla figura di Pasquale Celli e l’inedito suo fotoritratto», in “Storicittà”, Anno XXI, n. 202 (giugno 2012), pp. 20-22.

Nel fascicolo n. 201 di Storicittà avevo letto un articolo sull’illustre personaggio Pasquale Celli, notando con sorpresa che non era presente alcun suo ritratto. Conoscendo la meticolosità del direttore Iannicelli e le sue immense fonti iconografiche, ho capito che non gli era stato possibile in alcun modo reperire una fotografia o un dipinto che ci restituisse le sembianze di Celli altrimenti lo avremmo trovato certamente nell’articolo. E allora ho pensato che sarebbe stata gradita ai lettori la condivisione che ho deciso di fare di un ritratto — l’unico esistente, devo supporre — di Pasquale Celli. Come spiego nell’articolo, il ritratto era un omaggio a uno zio di Michele Pane, il sacerdote Don Antonio Pane, che si era adoperato per fare omaggio al prof. Celli della Corona di Cavaliere d’Italia, che aveva diritto di portare per concessione del Re.

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Per la curiosità dei lettori aggiungo le pagine del libro di Giovanni Papanti pubblicato in occasione del 500° anniversario della nascita di Giovanni Boccaccio in cui si contano 700 versioni di una novella (la IX della I Giornata) del Decamerone, tradotte in altrettante parlate dialettali italiane. Per brevità ho inserito soltanto le pagine che si riferiscono ad autori calabresi, fra cui Pasquale Celli che è l’autore della versione nel dialetto di San Pietro Apostolo, suo paese natale:

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